Don Lorenzo Vecchiarelli, dall’amicizia giovanile con Bergoglio alla guida di San Timoteo

Il sacerdote deceduto il 18 febbraio, a 83 anni. Era stato parroco della comunità di Casal Palocco per 22 anni, dal 1991 al 2013. Le esequie il 20 febbraio

Una vita all’insegna della meditazione, del raccoglimento in preghiera ma anche della vicinanza ai giovani, soprattutto se lontani dall’incontro con Cristo. È questo il ritratto di monsignor Lorenzo Vecchiarelli, venuto a mancare ieri, 18 febbraio, all’età di 83 anni e storico parroco di San Timoteo, nel quartiere Casal Palocco, dove sabato 20 alle 11 si terranno le esequie. Era ricoverato presso l’Istituto Clinico di Casal Palocco diventato un Centro Covid.

Nato a Mogadiscio, in Somalia, nel 1937 e di nazionalità italiana, don Lorenzo fu ordinato sacerdote nel 1966 alla Pontificia Università Salesiana per la diocesi di Ivrea e fu poi incardinato nella diocesi di Roma nel 1985. Dopo molti anni come parroco di San Timoteo – dal ’91 al 2013 – divenne assistente spirituale, fino alla sua morte, del Centro di spiritualità per i lontani dalla fede e responsabile, sempre all’interno della parrocchia, della Comunità “Anawin” e della fraternità “Israel”. «Don Lorenzo si dedicava costantemente a questi gruppi, dove alcune persone spesso ricevevano voti di consacrazione in quanto laici e si avvicinavano così alla Chiesa e alla fede», racconta don Angelo Compagnoni, l’attuale parroco.

La figura di monsignor Vecchiarelli si è sempre distinta «per il raccoglimento e la meditazione – aggiunge il parroco -. Ho saputo che le ultime sue parole sono state: “Ho bisogno di profondità”, proprio a testimoniare questa sua vocazione alla preghiera. Questo suo aspetto però – sottolinea don Compagnoni – non lo ha mai allontanato dalla gente e dal suo essere sempre disponibile per chiunque». Neanche la leucemia mieloide acuta che lo colpì nel 2004 riuscì a fermarlo. «Lo davano per spacciato – ricorda il parroco – ma vinse la malattia e si dedicò ancora di più al suo silenzio e al rapporto con gli altri». Un rapporto che molti portano nel cuore, come Rossana Muraglia, della realtà Israel. «L’ho conosciuto quando sono entrata, da adolescente, nel gruppo parrocchiale e da allora, per oltre quarant’anni, l’ho sempre seguito. Posso dire che è stata la persona più importante della mia vita». Un punto di riferimento, dunque, per giovani, adulti e famiglie, anche con le sue attività «sul teatro che hanno coinvolto tantissimi ragazzi in tutti questi anni, con spettacoli e beneficenza».

Don Lorenzo fu anche un “giramondo”. Dopo la Somalia si trasferì con la famiglia in Argentina, a Buenos Aires, alla fine degli anni Cinquanta. Ed è qui che conobbe e divenne amico di Jorge Mario Bergoglio. «Ci vedevamo in gruppo – raccontò a Romasette.it qualche giorno dopo l’elezione di Papa Francesco – ed eravamo sempre io, mia sorella, lui, suo fratello Luìs e la loro sorella più piccola». Lorenzo e Jorge andavano alle feste insieme, come due normalissimi ventenni, ed erano entrambi tifosi del San Lorenzo, «la squadra di calcio fondata dal salesiano Lorenzo Massa». Fu lo stesso monsignor Vecchiarelli a descrivere l’annuncio di Bergoglio di diventare sacerdote: «Eravamo ad una festa, ma se ne stava in disparte. Ci disse: “Domani entro in seminario”».

19 febbraio 2021