Don Giovanni Berti: quando l’evangelizzazione passa dalle vignette

Il sacerdote di Verona – in arte Gioba – ospite a San Policarpo, nell’ambito del cammino di approfondimento e riflessione proposto alla comunità. «La gioia, il fine della fede»

Gesù in croce con due missili al posto dei chiodi, la bandiera dell’Ucraina invece dell’iscrizione Inri e le parole “Non sanno quello che fanno”. È una delle migliaia di vignette di don Giovanni Berti, in arte Gioba, che trasforma in fumetti e illustrazioni originali e colorati fatti di attualità, come appunto la guerra in Ucraina, temi quali l’immigrazione, avvenimenti di cronaca come la morte di Raffaella Carrà o della regina Elisabetta. Ma soprattutto episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento. Il sacerdote della diocesi di Verona, parroco di Moniga sul Garda, è stato ospite ieri sera, giovedì 21 settembre, della parrocchia di San Policarpo, all’Appio, che per l’inizio del nuovo anno pastorale ha organizzato un ciclo di incontri su varie tematiche.

“La religione è una cosa seria ma non triste!”: questo il filo conduttore della serata, durante la quale don Gioba ha proiettato alcuni dei suoi lavori. Ha cominciato a disegnare al liceo e non si è più fermato. All’inizio erano le caricature dei suoi professori, poi in seminario strisce sulla vita comunitaria; oggi, a farla da padrona, sono i commenti al Vangelo della domenica. Negli anni non sono mancate le critiche da parte di chi ha giudicato le sue vignette irriverenti ma l’intento di don Giovanni «è solo quello di far riflettere e di comunicare un messaggio con gioia – spiega -. La gioia è il fine della fede e non riguarda unicamente il ridere in modo superficiale. È quella sensazione profonda di una vita piena, colma dell’amore di Dio. Un messaggio che può essere trasmesso anche con allegria e facendo lavorare la fantasia».

Immergersi in mondi fantastici, confessa, è da sempre stata la sua passione. Lettore assiduo delle strisce con Charlie Brown, Snoopy e Linus, nati dalla matita di Charles Monroe Schulz, fin da bambino ha imparato a tradurre la sua immaginazione in illustrazioni. Con l’avvento di internet ha poi iniziato a condividere le sue vignette in rete per comunicare il suo pensiero traendo ispirazione anche dagli incontri quotidiani. Il suo è un modo originale di evangelizzare senza snaturare il messaggio biblico. «Sono un appassionato di comunicazione – prosegue – e cerco di portare il Vangelo a tutti, giovani e adulti. La Buona Novella può essere trasmessa non solo con il linguaggio della teologia o della filosofia, ma anche con un disegno. Una vignetta a volte può essere più utile di molte parole perché permette di affrontare argomenti che a volte risultano difficili da spiegare. Il disegno, invece, può aiutare ad affrontare vari temi cogliendone diversi aspetti». Questo vale tanto per i bambini, ai quali il messaggio evangelico arriva più immediato attraverso un disegno, quanto per gli adulti. «La cosa che mi stupisce – evidenzia – è che spesso i bambini colgono la mia ironia, che è quella di un ultra cinquantenne, e la cosa mi fa piacere».

L’incontro con don Gioba è stato il secondo appuntamento di un percorso di approfondimento culturale e di riflessione ideato dal vice parroco don Angelo Riccobene e dal collaboratore don Cosimo Quaranta. La prima serata è stata dedicata a don Camillo e Peppone, protagonisti dei romanzi di Giovannino Guareschi. Relatore della serata è stato Marco Ferrazzoli, docente a Tor Vergata, nell’ufficio stampa della presidenza del Consiglio e curatore della mostra “6865. L’Imi Giovannino Guareschi” dove “6865” sta per il numero di matricola assegnato a Guareschi, per due anni tra i 600mila internati militari italiani. Nel salone parrocchiale è stata allestita l’anteprima della mostra che il 26 settembre sarà inaugurata nella Sala Conferenze del museo “Vite di Imi” di via Labicana. «Abbiamo poi pensato a un incontro su pornografia, sesso e affettività – spiega don Angelo -. Dopo i recenti fatti di cronaca ci siamo resi conto che i ragazzi non hanno ben presente la distinzione tra le tre cose. Confondono il sesso con la pornografia e l’affettività con il sesso. Sarà un incontro aperto anche ai genitori».

22 settembre 2023