Don Gaspare e la missione tra operai e contadini delle Ande

In occasione dell’ottobre missionario, don Margottini, 71 anni, parroco di San Francisco de Assis a Ocopilla, in Perú, racconta il suo impegno, giocato tra salute ed educazione: il Centro educativo, la mensa, il servizio ai malati. E spiega: «È un fare che nasce dall’ascolto»

Salute ed educazione sono i fronti su cui è impegnato don Gaspare Margottini, sacerdote missionario di 71 anni, parroco di San Francisco de Assis a Ocopilla, un paesino della diocesi peruviana di Huancayo, 20mila abitanti, arrampicato sulla catena andina, a 3.500 metri. La sua missione è iniziata nella periferia di Lima nel 1985, per poi spostarsi, 18 anni fa, sulle Ande. L’abbiamo incontrato a Roma in occasione dell’ottobre missionario che culminerà con la veglia missionaria del 23 ottobre a San Giovanni in Laterano. I parrocchiani di don Gaspare sono per lo più operai e contadini, spesso disoccupati; in maggioranza cattolici, con piccoli gruppi di confessione evangelica. Il 70% degli abitanti deve cavarsela con 1-2 dollari al giorno. Don Margottini la chiama «povertà “immediata”, che richiede interventi immediati di cibo. Affrontiamo questo problema con una mensa, frequentata quotidianamente da circa 300 persone».

Il sacerdote, nato a Cretone, in provincia di Roma, e ordinato nel 1969, non si risparmia. Ma l’età e l’aria rarefatta delle altitudini peruviane lo costringono ogni due anni a qualche mese di riposo, che trascorre a Palombara Sabina. La parrocchia di Ocopilla, del resto, non si limita alle attività religiose ma opera anche sul tessuto sociale. «Da un lato – prosegue il missionario – operiamo nel campo dell’educazione. Seguiamo bambini e adolescenti fino ai 16 anni, e assistiamo con una borsa di studio gli studenti universitari più poveri. Chi non può studiare viene da noi per imparare a cucire o a tagliare i capelli. Dall’altro lato, cerchiamo di curare con la medicina alternativa olistica chi, per ragioni economiche, non può accostarsi alla medicina tradizionale. Adottiamo un approccio complessivo alla persona: cerchiamo di stare vicino ai malati nei loro ambienti vitali. Insegniamo a vivere meglio con le possibilità economiche che ci sono, soprattutto attraverso un’alimentazione sana».

Al «Maurizio Polverari», il centro di assistenza sociale di Ocopilla intitolato al sindacalista della Cisl, lavorano circa 500 persone. «È stato costruito nel 2004 grazie al contributo della “Fondazione solidarietà” dei sindacati di San Marino, della Cisl e del Centro missionario della diocesi di Roma. Io sono l’unico sacerdote, poi ci sono catechisti dai 16 ai 40 anni. In mia assenza vengono ad aiutare sacerdoti da fuori. È un centro gestito da laici con medici e dentisti, con un gruppo dirigente di 6 persone. Poi c’è un gruppo di 20 medici e tecnici. Infine gli operatori pastorali: una quarantina di persone». La prima preoccupazione di don Margottini sono i bambini e agli adolescenti: «Spesso i genitori sono assenti per lavoro, quindi molti ragazzi vivono coi nonni. Poi i malati del centro e la visita delle case. I bambini rischiano soprattutto l’abbandono scolastico e la denutrizione, o di dover andare al lavorare precocemente».

A qualche chilometro di distanza si lavora la cocaina, un pericolo da cui paradossalmente la povertà tiene lontano gli abitanti di Ocopilla. «È un grande punto di passaggio per la produzione della coca – spiega don Gaspare -. Viene prodotta nella selva amazzonica vicino a noi, sulle rive del Rio delle Amazzoni. Prima i laboratori erano in Colombia, ora sono stati spostati in Perù. Da noi non si consuma molta droga. Qui, tra i poveri, la vera droga è l’alcol. Abbiamo infatti un’alta percentuale di malati di cirrosi. Il consumo di cocaina è limitato alle classi medio alte». Mentre lo si sente parlare ci si chiede da dove provenga questa «prossimità» agli altri e don Margottini, quasi telepaticamente, risponde: «Il “fare” non è la prima cosa. Quando sono stato alla periferia di Lima, nel mio primo anno in Perù, non ho fatto niente. Il fare nasce in seguito, dall’osservazione e dall’ascolto».

13 ottobre 2014