Don Angelelli (Cei): la sedazione profonda non è eutanasia

Il direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute sgombera il campo, nella giornata di studio per assistenti e cappellani degli hospice

«La sedazione palliativa profonda è stata erroneamente paragonata all’eutanasia ma non è assolutamente un atto eutanasico, posto che venga fatta a determinate condizioni». Nella giornata di studio e formazione per assistenti spirituali e cappellani degli hospice, ieri, 14 gennaio, don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, sgombera il campo da ogni possibile equivoco tra sedazione profonda ed atti eutanasici. Nel primo caso, si tratta di un trattamento sanitario previsto dalle legge 38 sulle cure palliative per consentire a un paziente in fase terminale – come il giovane ex calciatore Giovanni Custodero scomparso nei giorni scorsi – di non provare dolore quando ogni altro trattamento farmacologico risulta ormai inefficace. Nel secondo caso invece, quello degli atti eutanasici, l’obiettivo è procurare la morte.

Don Angelelli ribadisce il valore delle cure palliative, «elevate quasi a  diritto costituzionale dall’ultima sentenza della Consulta su fine vita e suicidio assistito. Come Chiesa – puntualizza  –  abbiamo elaborato una posizione chiara: il ricorso alle cure palliative è la risposta a un’idea di abbandono nella fase terminale della vita. Siamo infatti convinti che se una persona viene accompagnata  in modo dignitoso al termine della sua vita, riesce a trovare un senso anche alla dimensione della sofferenza e ragionevolmente non chiederà di anticipare la morte».

Dal direttore dell’Ufficio Cei anche l’annuncio che durante i lavori del Tavolo hospice è stato chiuso il documento sull’identità degli hospice cattolici e di ispirazione cristiana, attualmente 24 strutture sul territorio nazionale, il 10% di tutti gli hospice presenti nel nostro Paese. Ora il testo, che si propone come punto di riferimento per l’accompagnamento delle persone negli ultimi momenti della loro vita, verrà sottoposto all’approvazione della Commissione episcopale per il servizio della carità e la salute.

15 gennaio 2020