Don Andrea Santoro, «seme gettato in terra che produce frutto in abbondanza»

A Santa Croce in Gerusalemme la Messa presieduta dal cardinale Enrico Feroci. Il ricordo dell’amico sacerdote: una vita «alla sequela di Cristo»

Nella sua prima Messa da cardinale, don Enrico Feroci pensa all’amico don Andrea Santoro, il parroco romano fidei donum ucciso a Trabzon, in Turchia, il 5 febbraio 2006. Si erano conosciuti nel Seminario minore e si erano incontrati l’ultima volta cinque giorni prima dell’assassinio di don Andrea. Ieri, 30 novembre, giorno in cui la Chiesa celebra Sant’Andrea apostolo, il Protoclito, ossia il “primo chiamato” a seguire Gesù, il porporato – creato cardinale nel concistoro di sabato 28 novembre – ha presieduto la liturgia nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme, chiedendo a don Andrea di accompagnarlo in questa nuova missione, di tenergli le mani sulla testa, di aprirgli gli occhi e «soprattutto il cuore, per continuare a essere, come lui è stato, servo del Signore nell’umiltà e nella dedizione». La celebrazione è stata anche l’occasione per Maddalena Santoro, sorella di don Andrea, per annunciare che il 5 febbraio prossimo il corpo del sacerdote sarà traslato dal cimitero del Verano alla chiesa dei Santi Fabiano e Venanzio, dove fu parroco dal 1994 al 2000.

Come i primi apostoli che lasciarono tutto per diventare “pescatori di uomini”, anche don Andrea «è andato alla ricerca del progetto di Dio – ha detto -. Tutta la sua vita e le sue scelte sono state una risposta all’invito di Cristo a seguirlo e non ha mai smesso di chiedersi cosa il Signore volesse da lui». Interrogativo che si era posto anche un mese e mezzo prima dell’omicidio. Dopo un breve rientro a Roma doveva tornare in Turchia, «il futuro non era chiaro e limpido» e confrontandosi con don Enrico si era domandato quale fosse la strada indicata dal Padre. Paragonando l’apostolo con l’amico, il porporato ha aggiunto che come sant’Andrea comunicò al fratello Simon Pietro di aver trovato il Messia, anche «don Andrea, mettendosi dalla parte della Chiesa del Medio Oriente, ci ha indicato Cristo. Voleva una comunione profonda tra la Chiesa d’oriente e quella d’occidente. Sottolineava spesso questo suo desiderio di non dimenticare la Chiesa Madre che tutelava. Il nostro impegno oggi è quello di saper indicare dove e quando abbiamo incontrato Cristo. Dobbiamo essere uomini e donne di comunione, capaci di superare le difficoltà».

 

Ricordando i viaggi in Turchia dal confratello, Feroci ha osservato che con la cruenta morte del sacerdote fidei donum «tutto sembrava finito, la sua missione sembrava vana. C’erano tante idee, progetti, iniziative in cantiere ma in un attimo due colpi di pistola hanno cambiato tutte le prospettive». Oggi, invece, sperimentiamo che don Andrea «è stato seme gettato in terra che produce frutto in abbondanza, cambiando la vita di chiunque lo abbia conosciuto». La sua testimonianza di fede, l’abbandonarsi alla volontà di Dio insegnano che «tutte le vicende, le situazioni, le realtà di questo mondo sono nelle mani del Signore e che il suo modo di pensare è totalmente diverso dal nostro». A tal proposito ha confessato che l’amico l’aveva messo «in profonda crisi» quando, con la comunità di San Frumenzio – che Feroci ha guidato per 23 anni dal 1981 al 2004 -, aveva avviato una missione nel villaggio di Mafuiane, a 40 chilometri da Maputo, capitale del Mozambico. Dall’Italia partirono generi alimentari e capi di abbigliamento. I volontari si erano impegnati a costruire una chiesa e una casa per i bambini e gli anziani. «Don Andrea mi disse che questa non era la missione – ha ricordato il cardinale -. Bisognava diventare Cristo, portare Lui e non le cose di questo mondo, le quali vanno bene solo se si annuncia Gesù altrimenti ogni lavoro è vano».

Al cardinale, promotore e vicepresidente dell’Associazione don Andrea Santoro, il grazie per la vicinanza da parte di Maddalena, la quale rivede nel porporato «l’autenticità, l’austerità, l’umiltà e la vicinanza al prossimo» che hanno caratterizzato la vita del fratello.

1° dicembre 2020