Dj Fabo, Gambino (Scienza&Vita): «Apoteosi dell’ipocrisia»

Il giurista commenta la richiesta di assoluzione per l’esponente radicale Marco Cappato imputato per aiuto al suicidio di Fabiano Antoniani, accompagnato a morire in una clinica svizzera

«Da un lato, i pm che scagionano Cappato in quanto il suo comportamento sarebbe stato irrilevante rispetto al proposito suicidario del povero dj Fabo; dall’altro, lo stesso accusato che invece si professa orgogliosamente colpevole per avere aiutato il dj a conseguire il suo proposito». Alberto Gambino, presidente di Scienza&Vita otlre che pro rettore dell’Università Europea di Roma, sottolinea l’incongruenza della vicenda giudiziaria che coinvolge l’esponente radicale, imputato davanti alla corte d’Assise per aiuto al suicidio di Fabiano Antoniani, divenuto tetraplegico e cieco dopo un incidente stradale, accompagnato a morire in una clinica in Svizzera all’età di 40 anni. 

«Delle due l’una – dichiara il giurista: o siamo finiti nel Paese collodiano di Acchiappacitrulli, dove la giustizia funziona a rovescia, oppure assistiamo all’apoteosi dell’ipocrisia dove un unico fatto storico – l’accompagnamento di Fabiano da parte di Cappato nella struttura svizzera – si trasforma in due fotografie diverse della stessa realtà, con l’intento di non fare scattare l’applicazione di una norma chiarissima, quella sull’aiuto al suicidio, che, come noto, non mira a proteggere l’autodeterminazione dell’aspirante suicida ma proprio ad evitare che atti autolesivi possano trovare il sostegno da parte di altri consociati».

18 gennaio 2018