Dj Fabo: chiesta archiviazione per Cappato
Per la procura di Milano il suicidio assistito non viola il diritto alla vita. Gigli (Mpv): «No alla pretesa di allargare le maglie della legge sul fine vita»
Per la procura di Milano il suicidio assistito non viola il diritto alla vita. Gigli (Mpv): «No alla pretesa di allargare le maglie della legge sul fine vita»
«Le pratiche di suicidio assistito non costituiscono una violazione del diritto alla vita quando siano connesse a situazioni oggettivamente valutabili di malattia terminale o gravida di sofferenze o ritenuta intollerabile o indegna dal malato stesso». È quanto si legge nella richiesta di archiviazione della procura di Milano per Marco Cappato, indagato per aiuto al suicidio in relazione alla morte di dj Fabo avvenuta in Svizzera, alla fine dello scorso febbraio. Per i pm la giurisprudenza «ha inteso affiancare al diritto alla vita tout court il diritto alla dignità della vita inteso come sinonimo dell’umana dignità».
Diverso il parere di Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la vita italiano. «Per il pm che ha chiesto di archiviare le incriminazioni a carico di Marco Cappato – dichiara -, le pratiche di suicidio assistito non violano il diritto alla vita quando il malato (o anche chi legalmente lo rappresenta?) ritenga la sua vita indegna di essere vissuta. Di indegna qui – prosegue – c’è solo la pretesa del magistrato di allargare le maglie della legge sul fine vita. Cappato, trasformatosi ormai in imprenditore tanatologico, esulta e annuncia nuovi viaggi della morte in Svizzera».
Gigli invita ad attendere la pronuncia del Gip: «Il fatto che il pm abbia chiesto l’archiviazione del fascicolo aperto con l’accusa di aiuto al suicidio di Dj Fabo non significa, per il momento, che non vi siano responsabilità penalmente perseguibili». Peraltro, osserva, «la partita sul biotestamento, ora all’esame del Senato, non è ancora chiusa e alla luce delle aperture di certi magistrati alcune anime belle del Senato farebbero bene a considerare con più attenzione le ricadute di una legge che costituirà il grimaldello per la legalizzazione dell’eutanasia».
3 maggio 2017