Disturbi alimentari, al Gemelli nasce il Percorso Lilla

La presentazione al pubblico il 15 marzo, Giornata del Fiocchetto Lilla, con un open day nella hall del Policlinico. Specialisti a disposizione per visite e consulti

Nella Giornata del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, il Policlinico Gemelli inaugura il Percorso Lilla: il nuovo itinerario clinico assistenziale dedicato ai pazienti con disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Appuntamento a partire dalle 9 per un open day nel quale gli specialisti dell’ospedale saranno a disposizione – gratuitamente e senza appuntamento – per visite dietologiche, valutazioni endocrinologiche, consulenze ostetriche, colloqui psicologici per i pazienti e le loro famiglie e valutazioni psichiatriche. Alle 12.30 poi la presentazione dell’attuazione del Percorso Lilla con il Codice Lilla al Pronto Soccorso del Gemelli: la presa in carico dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione fin dall’accettazione al Pronto Soccorso, con modalità dedicate.

Dalle 9 alle 18, saranno quattro i dibattiti sui temi: “Cucina, dieta, mode alimentari”; “Disturbi alimentari, spettacolo e moda”; “Sport e disturbi della nutrizione”; “Web, scuola e disturbi alimentari”.  A condurli, le giornaliste Vira Carbone e Maria Grazia Tetti. Tra gli ospiti interverranno anche gli attori Roberto Ciufoli e Giampaolo Morelli, lo chef Oliver Glowig, Manuel Perruccini, primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, il conduttore radiofonico Savino Zaba, Elisa Blanchi, campionessa olimpionica medaglia d’oro di ginnastica ritmica, il pluricampione mondiale di pugilato Vincenzo Cantatore, le pianiste Elena Matteucci e Gaia Vazzoler, il mezzosoprano Silvia Pasini  e il sociologo Paolo De Nardis.

«La  presa in carico della persona  (nel 95% dei casi ragazza o donna), ma anche della sua famiglia – spiega Antonio Giulio de Belvis, ricercatore di Igiene e direttore dell’UOC Percorsi e Valutazione Outcome Clinici della fondazione policlinico Universitario  Agostino Gemelli IRCCS -, deve avvenire secondo una  “continuità di filiera”, che parte dal medico curante, viene gestita da strutture di secondo livello come il Gemelli e, nel caso di interventi protratti nel tempo, continua nelle strutture  territoriali di prossimità e residenzialità». In concreto, i pazienti che hanno disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, come anoressia o bulimia, al Pronto Soccorso troveranno una corsia preferenziale che li accoglierà in modo specifico fino alle aree di trattamento di queste patologie, molto complesse con un difficile e delicato approccio terapeutico. L’obiettivo, anticipa Lucio Rinaldi, ricercatore di psichiatria e dirigente medico Uoc di Psichiatria, è «assicurare ai pazienti affetti da un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione uno specifico approccio fondato sull’esperienza clinica e la ricerca, trasformando la dimensione critica ed emergenziale in momento fondamentale di un processo trasformativo mediante il quale dalla malattia si giunga a forme del vivere sempre più adattative, lontane dai gravi rischi legati alla gestione nel corpo di un disagio psichico».

Il Codice Lilla dunque, chiarisce Silvia Della Casa,  ricercatore di endocrinologia e dirigente medico Uoc Endocrinologia e Diabetologia, «diventa uno strumento di avvio per una presa in carico multispecialistica complessa ed integrata: un intervento adeguato e precoce entro il primo anno dall’esordio della malattia è in grado di migliorare la prognosi di guarigione che può raggiungere l’80% dei casi. D’altra parte – prosegue – la possibilità di ridurre temporalmente la malnutrizione e i danni che ne derivano si associa a minori conseguenze endocrino-metaboliche e a una maggiore possibilità di assenza di esiti».

I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione si riscontrano già nei bambini ma acquisiscono rilevanza maggiore in adolescenza e nella prima età adulta, manifestandosi come anoressia o  bulimia nervosa. In Italia ne soffrono oltre 2 milioni di persone tra i 12 e i 25 anni; la diagnosi spesso avviene tardivamente, anche dopo 6 – 7 anni dall’esordio, quando i sintomi fisici e psichici sono divenuti particolarmente evidenti. Si possono manifestare però anche in età successive. Complessivamente nel nostro Paese ne soffrono più di 3 milioni e mezzo di persone, con 8.500 nuovi casi all’anno. Basti pensare che le morti per anoressia nervosa – circa 3mila all’anno – sono la principale causa di mortalità in assoluto tra le malattie psichiatriche.

13 marzo 2019