Dislessia: che fatica la scuola!

Riguardano problemi nella lettura, scrittura e calcolo e interessano circa il 3% dei piccoli che vanno a scuola: sono i Disturbi specifici di apprendimento. Fondamentale individuare i fattori di rischio dalla scuola dell’infanzia

Disturbi specifici di apprendimento (Dsa) riguardano problemi nella lettura, scrittura e calcolo e interessano circa il 3 % dei bambini che vanno a scuola. Il più noto fra i Dsa è la dislessia, un problema che riguarda la lettura. Il bambino in genere si affatica a leggere, impiega molto tempo e commette molti errori. A causa di queste difficoltà non riesce spesso a comprendere ciò che ha letto, con conseguenze sul rendimento scolastico.

Il bambino con difficoltà nella scrittura (disortografia) compie molti errori ortografici e di frequente ha anche una scrittura poco comprensibile e non riesce a rispettare i margini o una grafia (disgrafia). Quando i bambini hanno difficoltà nel memorizzare le tabelline, i calcoli a mente e le formule si parla invece di discalculia.

Il bambino con Dsa è un bambino intelligente e le sue difficoltà non dipendono da un problema di vista o di udito, ma sono la conseguenza di un disturbo di natura biologica. Per la diagnosi sono necessari un’attenta anamnesi, un esame neurologico e una valutazione neuropsicologica, che, mediante l’uso di test, definisca le abilità di letto-scrittura e di calcolo del bambino, confrontandole con quelle dei bambini di pari età.

La diagnosi si effettua solo quando le difficoltà di apprendimento interferiscono con l’apprendimento del bambino, che non riesce ad ottenere buoni risultati a scuola, deve essere costantemente affiancato a casa nel fare i compiti o addirittura manifesta un disagio emotivo verso la scuola, rifiutandosi di fare i compiti, mostrando eccessiva ansia o malesseri fisici, come mal di testa e mal di pancia. La diagnosi si può fare dal mese di gennaio del secondo anno della scuola primaria per la lettura e per la scrittura, mentre la discalculia può essere diagnosticata dalla terza classe della scuola primaria.

Tuttavia, è fondamentale individuare i fattori di rischio già dalla scuola dell’infanzia. Quando il bambino parla in ritardo, ovvero, non ha un linguaggio fluido dopo i tre anni, ha difficoltà di coordinazione o nel disegno va subito segnalato e inviato a un professionista per una valutazione. Infatti, quando è necessaria, la terapia può essere intrapresa anche prima della scuola primaria in modo tale da supportare il bambino nell’inserimento, evitandogli situazioni di stress e difficoltà eccessive.

I problemi del Dsa non si risolvono con l’esercizio! Leggere tanto, fare lunghi dettati e copiati, ripassare le tabelline in continuazione non serve! La terapia favorisce la lettura, la scrittura e il calcolo con delle attività mirate, generalmente svolte al computer, per migliorare la correttezza e la rapidità.

Cosa deve fare allora la scuola? Innanzi tutto capire che le difficoltà del bambino non dipendono da una ridotta motivazione, dalla “furbizia” nell’evitare i compiti o da scarso interesse. Inoltre, la legge 170/2010 sui Dsa raccomanda agli insegnanti di applicare specifici strumenti compensativi e dispensativi come il computer, la calcolatrice, evitando di costringere il bambino a leggere ad alta voce o a scrivere in corsivo.

Per concludere, il bambino con Dsa può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impiegando molte energie, poiché non può farlo in maniera automatica e per questo si stanca facilmente, rimane indietro, non impara adeguatamente, con serie ripercussioni sul benessere psicologico del bambino. La diagnosi precoce e strategie mirate possono aiutare ad evitare queste conseguenze negative. (Stefano Vicari, Deny Menghini, Cristiana Varuzza, U.O.C. Neuropsichiatria Infantile, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù)

17 dicembre 2014