Disabilità gravissima: a Roma la graduatoria lascia senza assegno almeno 700 famiglie

La denuncia della mamma di Sirio: «La metà dei nuclei romani tagliata fuori. Il Campidoglio: «Dalla Regione risorse inadeguate e nuovi criteri»

700 euro in meno: così Sirio – insieme a 1.500 cittadini romani – perde l’«assegno per la disabilità gravissima». E non si capisce perché. La denuncia arriva da sua mamma, Valentina, che ha creato e gestisce il blog e da poco anche la fondazione “Tetrabondi”, con cui si batte per i diritti di suo figlio e di chi, come lui, ha una grave disabilità ad alto carico assistenziale. «Da circa due mesi siamo stati tagliati fuori da questo contributo economico, con l’uscita delle nuove graduatorie per l’anno in corso – scrive Valentina -. Non essendo cambiate le condizioni, siamo corsi increduli a guardare questo pdf in grado di decidere sulla sopravvivenza economica di centinaia di famiglie in una condizione di estrema fragilità, per renderci conto che non solo la metà delle famiglie del bacino romano è tagliato fuori (pagheranno circa 1.500 persone su 3mila) ma che la graduatoria tanto attesa per la prima volta in tre anni è priva di punteggio visibile». Incomprensibile, per Valentina: «Come è possibile che ci sia una graduatoria senza punteggio? Come è possibile che vengano cambiati i criteri di assegnazione in corso d’opera e che sfumi la possibilità degli utenti di sapere il proprio punteggio? Siamo a conoscenza di decine di famiglie in condizioni anche più complesse della nostra, perché in ventilazione meccanica, che da un giorno all’altro si son trovate private di questo contributo economico che è già una miseria in confronto a quel che si necessita in simili situazioni. La cosa più preoccupante è l’opacità con cui tutto questo sta avvenendo e le risposte vaghe dei servizi sociali responsabili di questo, che non si son presi nemmeno la briga di allertare i loro utenti, aspettando che se ne accorgessero da soli».

Assegno gravissimi: cos’è e perché non se ne può fare a meno. L’assegno in questione è un contributo di 700 euro mensili, finanziato dalla Regione Lazio, che da circa tre anni il Comune di Roma riconosce ai cittadini con disabilità gravissima. Ottenerlo non è semplice: «Non un percorso facile produrre tutta la documentazione necessaria per l’assegnazione del punteggio – riferisce Valentina -, stabilito fondamentalmente sulla gravità della condizione e la non autosufficienza e poi sui parametri socio-ambientali ed economici stabiliti dall’Isee. Punteggio che cresce ovviamente con la presenza di quegli ausili, come la tracheostomia e la gastrostomia, che permettono di gestire respirazione e nutrizione, altrimenti impossibili, e che necessitano di una gestione continua e al bisogno». Ora, insieme a 1.500 assegni, è sparito anche il punteggio che normalmente accompagna (e giustifica) la graduatoria: «Pretendiamo invece che questa graduatoria venga tirata fuori dalle nebbie – è l’appello di Valentina -, che sia chiara e con un punteggio visibile, che il dipartimento delle Politiche sociali del Comune di Roma si assuma le sue responsabilità con le famiglie che hanno in carico da anni e che si comprenda la necessità urgente di riconoscere la figura del caregiver».

Il Campidoglio: «La Regione ha trasformato graduatoria in elenco». Redattore Sociale ha recapitato la denuncia della situazione, già riportata e commentata lo scorso anno, al Campidoglio, che oggi replica così, tramite il delegato del sindaco all’Accessibilità universale Andrea Venuto: «Molti cittadini hanno giustamente fatto notare che la graduatoria per l’assegnazione del contributo, in effetti, non è tale. In realtà, mentre Roma Capitale negli anni passati aveva potuto valutare la situazione di effettivo bisogno assistenziale delle singole persone, dopo il recepimento delle nuove linee guida della Regione Lazio di fatto viene considerato quasi unicamente il criterio Isee, dando priorità, tra l’altro, a chi ha già avuto il contributo negli anni passati. Un cambiamento voluto dalla Regione, che ha trasformato in un elenco quella che era una graduatoria con punteggio».

I fondi per la disabilità gravissima sono nazionali e le Regioni hanno la responsabilità di ripartirli in modo omogeneo tra i diversi Comuni del territorio. La responsabilità dell’assegnazione è dunque delle regioni. Nello specifico, spiega l’assessorea alla Persona, scuola e comunità solidale di Roma Capitale Veronica Mammì, «la Regione Lazio, oltre ad aver stravolto le regole di assegnazione del contributo economico per le persone con disabilità gravissima, ancora una volta non dà il giusto riconoscimento ai bisogni dei cittadini della capitale. Di fronte alle oltre 3.100 persone che hanno i requisiti per ricevere il contributo nel 2021, la Regione Lazio ha assegnato a Roma fondi esigui, di cui tra l’altro l’ultima tranche è arrivata solo pochi giorni fa. Con queste risorse riusciremo a soddisfare esclusivamente le circa 2.400 persone in continuità assistenziale, ovvero coloro che hanno già ricevuto il contributo nel 2020. Una situazione inaccettabile, di fronte a cui la Regione Lazio non può più indugiare», dichiara. L’amministrazione capitolina chiede dunque che la Regione Lazio riveda al più presto i criteri con cui ha ripartito i fondi nazionali, così da poter includere le oltre 700 persone che avrebbero i requisiti ma che ad oggi comunque non potranno ricevere il contributo per la disabilità gravissima. (Chiara Ludovisi)

14 aprile 2021