Diritti umani: in Europa «gravi battute d’arresto»

Relazione annuale della commissaria Ue Mijatovic: a preoccupare, le atrocità della Russia in Ucraina e il respingimento dei migranti. «Necessario un rinnovato impegno»

La relazione annuale della commissaria per i Diritti umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatovic accende i riflettori sulle «gravi battute d’arresto» registrate nel 2022 nella tutela dei diritti umani in Europa. A preoccupare, si evince dalla relazione, sono soprattutto le atrocità commesse dalla Russia in Ucraina e il mancato rispetto degli obblighi internazionali sui diritti umani di richiedenti asilo, rifugiati e migranti in Europa. Nelle parole della commissaria, «è necessario un rinnovato impegno per i diritti umani per invertire la tendenza. Gli spaventosi crimini commessi dalle forze russe in Ucraina non devono rimanere impuniti – ha affermato -. Deve essere fatta giustizia, anche attraverso un’efficace cooperazione con la Corte penale internazionale e un sostegno a lungo termine al sistema giudiziario ucraino».

Riguardo all’operato della Russia in Ucraina, nella relazione si evidenziano «le violazioni dei diritti umani dei bambini ucraini trasferiti nella Federazione Russa o nei territori temporaneamente occupati, alcuni dei quali hanno ottenuto la cittadinanza russa in palese violazione del diritto umanitario internazionale». Sulle politiche migratorie e di asilo, invece, «i respingimenti, il rifiuto di soccorrere imbarcazioni in difficoltà, le condizioni e i trattamenti disumani sono le caratteristiche comuni di un approccio alla migrazione sproporzionatamente incentrato sulla sicurezza, che mette in pericolo vite umane. Invece di continuare su questa strada – sono ancora le parole di Mijatovic -, gli Stati membri dovrebbero concentrarsi sull’offrire rotte sicure e legali, sull’assistenza umanitaria lungo le rotte migratorie e sulla ricerca e il salvataggio in mare».

Ancora, il 2022, nell’analisi della commissaria, è stato segnato anche da un clima di «intolleranza, ostilità e violenza contro le persone Lgbti».

26 aprile 2023