Diocesi, la ripartenza da Fatima «alla scuola di Maria»

Il pellegrinaggio della comunità ecclesiale romana, con il cardinale vicario Angelo De Donatis, alla vigilia dell'apertura dell'anno pastorale. «Sento la bellezza di guidare un popolo in cammino». L'invito ad accogliere il messaggio della Vergine: «Penitenza, preghiera, conversione»

A Fatima, quando scende la sera si accendono migliaia di fiaccole. La Cova da Iria è un tappeto di luce che squarcia la notte. Alla fine di ogni Mistero del Rosario, le candele, come le preghiere, vengono levate al cielo; il buio, su questa enorme spianata, è sconfitto. Tra queste preghiere non sono mancate quelle per invocare la protezione di Maria sul vescovo di Roma: «Prima di partire per Fatima ho incontrato Papa Francesco, mi ha chiesto di portare a tutti la sua benedizione, il suo saluto affettuoso e mi ha detto: “Per favore, di’ di continuare a pregare per me”. Quindi, noi lo facciamo e lo salutiamo con la nostra preghiera e con il nostro affetto». Così il vicario del Papa per la diocesi di Roma, il cardinale Angelo De Donatis, durante la Messa internazionale che ha celebrato domenica scorsa, a Fatima, davanti a migliaia di persone provenienti da tutto il mondo. Tra queste, quasi 200 pellegrini romani che hanno detto di sì all’invito della diocesi di Roma per un viaggio di quattro giorni, organizzato dall’Opera Romana Pellegrinaggi, nella cittadina portoghese dove nel 1917 è arrivato un messaggio che ha attraversato il Novecento. Qui la Madonna ha chiesto la preghiera per la pace; qui da più di un secolo c’è chi viene e cambia vita. Il pellegrinaggio diocesano di quest’anno per il cardinale è stato come un «dono», «perché, in questo tempo così difficile, non è scontato farlo». La grande spianata è capace di accogliere decine di migliaia di persone nei momenti solenni; solo in questi ultimi mesi si sta ripopolando, nonostante il Covid.

Siamo qui «per accogliere ancora una volta questo messaggio così essenziale di Fatima: la penitenza, la preghiera, la conversione. Sento che in questo momento – ha aggiunto il cardinale che ha guidato il gruppo romano dal 28 al 31 agosto – è necessario riappropriarsi di questo messaggio così importante per la vita cristiana». Per De Donatis si è trattato del primo pellegrinaggio diocesano a Fatima in qualità di cardinale vicario: «Sento la bellezza di guidare un popolo in cammino, che riscopre la bellezza di essere popolo di Dio. Anche se siamo circa 200, avverto che dietro c’è tutta la diocesi e la città di Roma che viene spiritualmente con noi». A Fatima tutto parla di sacrificio e redenzione, di croci e risurrezioni; un santuario entrato nella «geografia della salvezza» delle nostre vite. «Fatima è il punto di ripartenza che Dio ha scelto per noi quest’anno». Siamo venuti fin qui «cercando Dio attraverso Maria. A Lui abbiamo portato le nostre croci, le nostre prove. E Lui ci viene incontro con la sapienza della Croce, stoltezza per il mondo, ricordandoci che solo se siamo crocifissi con Lui potremo gustare la pienezza della Vita». Nelle parole del porporato, nell’omelia del 30 agosto, anche la volontà di «metterci alla scuola di Maria».

«Secondo la sua logica, troviamo Fatima» non come «un insieme di segreti che annunciano distruzione e fine, ma una immensa luce di speranza in una storia di difficoltà e di prove». Infine, l’invito all’umiltà, «nostro “Green-pass” necessario per andare in Cielo». Per Alessandra, catechista nella parrocchia di Santa Lucia, «a Fatima si ricomincia» dopo un anno appesantito dalla pandemia. Ai bambini che segue parlerà di questo cammino attraverso delle immaginette che porterà con sé: «C’è scritta la preghiera che l’Angelo affidò ai pastorelli. Cominceremo a pregare così per tutte le persone che fanno del male». Per Francesca, di San Clemente, è stata la prima volta a Fatima: «Venire a visitare la casa di Maria, prima di ricominciare l’anno lavorativo, significa rimettersi in moto, entrare in quel dinamismo che solo la fede può dare».

Tra le guide c’era anche padre Antonio Collicelli. Ha da poco festeggiato 60 anni di sacerdozio. Ha 88 anni e negli ultimi 30 è stato a Fatima più di 50 volte accompagnando, con l’Opera Romana Pellegrinaggi, migliaia di persone: «Venire a Fatima vuol dire aiutare il pellegrino a riscoprire come vivere la propria vocazione cristiana. È sempre bello per me ritornare». Dei 200 pellegrini romani presenti a Fatima, 50 hanno fatto un’esperienza in più. Prima del Portogallo hanno percorso gli ultimi sei chilometri del cammino più famoso al mondo, quello di Santiago de Compostela, in Spagna, guidati dal vescovo ausiliare Dario Gervasi.

6 settembre 2021