Diocesi di Roma, il grazie ai sacerdoti e il rinnovato invito alla carità

Dal cardinale De Donatis e dai vescovi ausiliari una lettera che fa il punto sull'esperienza di queste settimane. L'«urgenza» di alcune forme di intervento «che molti di voi hanno già iniziato a realizzare»

«L’esperienza di queste settimane è stato un susseguirsi di iniziative inedite e molto apprezzate: le nuove tecnologie ci hanno permesso di condividere liturgie, incontri, catechesi. Tanti sacerdoti sono rimasti in contatto con la comunità divenendo un importante segno di speranza, arrivando a persone che normalmente non frequentano le parrocchie». Di più: «Un segno di grazia che il Signore ci ha mostrato in un tempo di sofferenza». Il cardinale vicario Angelo De Donatis e i vescovi ausiliari scrivono ai sacerdoti e ai diaconi della diocesi di Roma, rivolgendo loro il grazie di tutta la comunità diocesana. «Una grande consolazione – affermano – è passata attraverso la voce e le mani di molti sacerdoti e diaconi che si sono fatti vicini ai malati e alle loro famiglie, a casa o negli ospedali». Il pensiero va in particolare ai cappellani della pastorale sanitaria ma anche a quelli delle carceri, «che sostengono i detenuti in questo momento drammatico: non potendo più vedere i loro cari da mesi, sentono ancora di più la solitudine e il timore del rischio di un contagio non arginabile».

Alla vicinanza spirituale, osservano il cardinale e i vescovi, soprattutto negli ultimi giorni è stato necessario aggiungere «l’offerta di un aiuto ancor più tangibile per le persone più fragili e in difficoltà che sono provate da questa pandemia. Il grido accorato di Papa Francesco ce lo ricorda: “Si comincia a vedere gente che ha fame perché non può lavorare, perché non aveva un lavoro fisso. Cominciamo a vedere già il dopo. Verrà più tardi ma comincia adesso”. E sappiamo quanto queste sue parole siano tremendamente vere». Nella lettera si ricordano le molte realtà parrocchiali, associazioni e movimenti «che operano e promuovono iniziative di carità, attraverso mense, raccolta e distribuzione di alimenti, aiuto alle persone sole». Anche a loro va a gratitudine «per le diverse forme di vicinanza che state mettendo in atto», nella consapevolezza della necessità di usare «misure di sicurezza a cui tutti siamo chiamati, e che senza dubbio rappresentano il primo gesto di amore verso i fratelli».

In particolare, vengono ricordate al clero della diocesi alcune forme di carità «divenute particolarmente urgenti in questo momento e che molti di voi hanno già cominciato a realizzare». Anzitutto, le raccolte e la distribuzione di cibo alle persone più povere. «Ai fedeli – è il suggerimento – potete far arrivare la richiesta di portare in parrocchia generi alimentari, magari di ritorno dalla spesa. Possono depositarli in parrocchia in modo da organizzare pacchi viveri da distribuire a chi venisse a chiedere o a chi, già da voi conosciuto, versa in stato di indigenza, sempre evitando assembramenti di persone». Questo genere di richieste in città, osservano il cardinale e il consiglio episcopale, «è aumentato enormemente». L’alternativa – «più difficile ma non impossibile – è organizzare raccolte presso i supermercati di zona, d’intesa con il direttore dell’esercizio. «Chi lo ha già fatto ha sperimentato la straordinaria generosità del Popolo di Dio. Tenete una buona scorta in parrocchia e, se la quantità fosse davvero significativa, portate le eccedenze in uno degli undici punti di raccolta e di stoccaggio di alimenti della Caritas diocesana».

La seconda indicazione è riorganizzare il Centro di ascolto parrocchiale, «in modo da farvi vicini telefonicamente alle persone sole, soprattutto agli anziani, ai malati e alle famiglie con disabili». Un servizio che «può anche essere svolto a casa dai volontari», intervenendo dove necessario per portare la spesa o materiale sanitario. Ancora, tra le forme di aiuto da far conoscere c’è il “buono spesa” disposto dal Comune di Roma, da richiedere entro il 16 aprile compilando un modulo da scaricare dal sito del Comune e inoltrare via mail al municipio di residenza. Una forma di aiuto, viene ricordato nella lettera, di cui possono goderne anche le persone che non hanno residenza o documenti in regola: in questo caso i moduli vanno inviati direttamente al Dipartimento Politiche Sociali del Campidoglio. «Poiché non è un piccolo contributo (va dai 300 ai 500 euro in buoni spesa) è molto importante aiutare chi è in difficoltà a compilare il modulo e a inviarlo. Lì dove è difficile reperire uno scanner, è possibile inviare per mail anche solo la fotografia del modulo firmato. Non ne godrà chi riceve già contributi pubblici», come un reddito di cittadinanza non basso.

Sacerdoti e diaconi vengono rimandati al portale di Roma Capitale per le informazione relative a questa opportunità, il modulo da scaricare e l’elenco degli esercizi commerciali in cui sarà possibile utilizzare il buono spesa. «Tenete conto che potete inviare via e-mail i moduli indicando in calce al modulo l’indirizzo della parrocchia per farvi recapitare i buoni spesa delle persone che state aiutando. Attualmente – si legge ancora nella lettera – è previsto che sia la Polizia municipale o altri pubblici ufficiali a distribuire i buoni spesa che il Dipartimento avrà fissato di erogare. Sicuramente questo è uno dei servizi che i nostri Centri di ascolto parrocchiali sono chiamati a svolgere, a vantaggio degli ultimi, soprattutto se si tratta di persone sconosciute ai servizi sociali territoriali dei nostri municipi». Si tratta, tra l’altro, di una collaborazione «esplicitamente chiesta dal Comune di Roma», che ha attivato un sito dedicato: RomaAiutaRoma.

«Carissimi – concludono De Donatis e gli ausiliari -, siamo convinti che questa fase così drammatica della nostra vita diocesana e più in generale di quella della nostra città saprà far emergere la straordinaria ricchezza di fede e di carità delle nostre comunità parrocchiali. Non si arriva alla gioia della Risurrezione se non attraverso la Croce: e così la Croce stessa rivela la sua divina fecondità».

7 aprile 2020