Dino Impagliazzo, «uomo giusto e buono», testimone di un amore che «arricchisce la vita»

Presiedute da krajewski le esequie dello “chef dei poveri”. Omelia di Spreafico. Il Papa alla famiglia: «Ha insegnato a camminare sulla via del Vangelo»

Dino Impagliazzo è stato «un uomo giusto, non perché si sentiva tale ma perché ha vissuto da giusto». Alla famiglia e a quanti lo hanno conosciuto resta il compito di raccogliere «l’eredità di un uomo giusto e buono, che ha saputo lasciare una fede vissuta nell’amore per tutti, in un mondo così diviso e pieno di egoismi, ma anche nel desiderio di bene e di umanità, perché il suo ricordo susciti imitatori e compagni di viaggio». Nelle parole di monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, c’è l’auspicio che la testimonianza dello “chef dei poveri”, morto domenica 25 luglio, continui a portare molto frutto.

I funerali di Dino Impagliazzo, ex dirigente Inps in pensione che ogni giorno cucinava 300 pasti per i senza dimora, si sono svolti questa mattina, 27 luglio, nella basilica di Santa Maria in Trastevere. Durante la liturgia presieduta dal cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa, è stato letto il messaggio inviato da Bergoglio alla famiglia: la moglie Fernanda, i figli Marco, presidente della Comunità di Sant’Egidio, Giovanni, Paolo e Chiara e i nipoti Sofia, Massimo, Pietro, Tommaso e Francesca. Ai suoi cari «ha insegnato a camminare sulla via del Vangelo – ha scritto il pontefice -. Il suo amore per i poveri, la sua operosità quotidiana e la sua generosità costituiscono un incoraggiante testimonianza e un sicuro insegnamento».

Nato il 9 maggio 1930, fondatore dell’associazione RomAmoR, attento ai bisogni degli ultimi non solo a Roma ma anche in Europa orientale, in Siria e in Mozambico dove ha svolto varie missioni, membro del Movimento dei Focolari e della Comunità di Sant’Egidio, Impagliazzo è morto dopo una lunga malattia in un giorno che «fa pensare», ha detto Spreafico, legato alla famiglia da una amicizia lunga 40 anni. È morto di domenica, «Pasqua della settimana», nel giorno in cui la liturgia proponeva la lettura del Vangelo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, che fa immaginare Dino con le braccia tese «mentre il Signore gli affida i pani e i pesci da distribuire alle folle», nella prima giornata dei nonni e degli anziani. «Si è lasciato guidare nella sua vita dal Signore con una fede operosa», ha aggiunto il presule, rimarcando che Impagliazzo è stato in grado di «rispondere con i fatti» alla parabola del giudizio universale. Nella sua vita ha dimostrato concretamente che «la fede si manifesta con l’amicizia – le parole di Spreafico -. L’amore gratuito arricchisce la vita, crea legami che permangono nel tempo e diventano storia che passa nelle generazioni, come racconta la Bibbia».

Il 20 dicembre 2019 Impagliazzo era stato insignito dell’onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana conferita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella «per la sua preziosa opera di distribuzione di pasti caldi e beni di prima necessità ai senzatetto presenti in alcune stazioni ferroviarie romane». Una onlus, la sua, fondata «negli anni della vecchiaia che spesso sono considerati inutili», ha affermato Spreafico aggiungendo che l’associazione «a Roma con tanti volontari si occupa delle persone in difficoltà, coloro che spesso sono considerati scartati». L’augurio del vescovo è che «quest’opera vada avanti».

Tra i concelebranti, i vescovi Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita e gran cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, e Giuseppe Mazzafaro, vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti, che fanno parte della fraternità sacerdotale della Comunità di Sant’Egidio. Tra i partecipanti il rabbino capo della comunità ebraica di Roma Riccardo di Segni.

27 luglio 2021