Digitale, migranti e abusi: gli snodi cruciali del documento finale

Conclusa la XV assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi dedicata ai giovani, con un testo che è una «mappa per orientare i prossimi passi che la Chiesa è chiamata a muovere» nelle singole Chiese locali

Approvato e applaudito. Eppure, il documento finale della XV assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi dedicata ai giovani è rimasto ben lontano dall’unanimità. Il paragrafo 3, che si riferisce all’intero documento, ha ricevuto 191 voti favorevoli e 43 contrari (la maggioranza qualificata dei due terzi era di 166, comunque ampiamente superata). Ma ci sono stati alcuni punti, come il 121 sulla «forma sinodale della Chiesa» e il 150 sulla sessualità in cui si fa riferimento all’accoglienza degli omosessuali che hanno ricevuto rispettivamente 51 e 65 voti contrari. Anche due punti dedicati alle donne (il 55, sul loro ruolo nella Chiesa, e il 148 legato alla sinodalità) hanno ricevuto un consenso meno largo di quanto ci si potesse aspettare, con 30 e 38 voti contrari.

Il Documento finale, come si legge esplicitamente all’inizio, è complementare all’Instrumentum laboris. Il testo approvato dai Padri individua «tre snodi cruciali»: l’ambiente digitale, con i social, le opportunità e i rischi legati al “lato oscuro”; i migranti, considerati «paradigmi del nostro tempo»; lo scandalo degli abusi. Nel primo caso si riconosce che «l’ambiente digitale rappresenta per la Chiesa una sfida su molteplici livelli; è imprescindibile quindi approfondire la conoscenza delle sue dinamiche e la sua portata dal punto di vista antropologico ed etico. Esso richiede non solo di abitarlo e di promuovere le sue potenzialità comunicative in vista dell’annuncio cristiano, ma anche di impregnare di Vangelo le sue culture e le sue dinamiche». Viene così auspicato che «nella Chiesa si istituiscano ai livelli adeguati appositi Uffici o organismi per la cultura e l’evangelizzazione digitale, che, con l’imprescindibile contributo di giovani, promuovano l’azione e la riflessione ecclesiale in questo ambiente» anche allo scopo di «gestire sistemi di certificazione dei siti cattolici, per contrastare la diffusione di fake news riguardanti la Chiesa, o cercare le strade per persuadere le autorità pubbliche a promuovere politiche e strumenti sempre più stringenti per la protezione dei minori sul web».

Per quanto riguarda i migranti, viene rilanciato il programma dei quattro verbi indicati da Papa Francesco: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Infine, in riferimento agli abusi, si afferma che «tale fenomeno è diffuso nella società, tocca anche la Chiesa e rappresenta un serio ostacolo alla sua missione. Il Sinodo ribadisce il fermo impegno per l’adozione di rigorose misure di prevenzione che ne impediscano il ripetersi, a partire dalla selezione e dalla formazione di coloro a cui saranno affidati compiti di responsabilità ed educativi».

Discernimento, accompagnamento, sinodalità, sessualità; ma anche formazione, liturgia, famiglia, vita consacrata e sacerdozio. Sono tanti i punti toccati dal Documento, come tanti sono gli ambiti nei quali si può sviluppare la vita concreta di ciascun giovane di questo mondo. Per questo il testo approvato è forse un po’ generico nell’elaborazione di analisi e proposte ma è altrettanto probabile che questo possa essere il suo punto di forza. È stato infatti ribadito che «il percorso sinodale non è ancora terminato e prevede una fase attuativa» e pertanto il Documento «sarà una mappa per orientare i prossimi passi che la Chiesa è chiamata a muovere» nelle singole Chiese locali.

In ogni caso non mancano indicazioni concrete, una delle quali appare particolarmente significativa per il coinvolgimento dei giovani nella vita della Chiesa. È quella contenuta nel punto 123: «Il Sinodo chiede di rendere effettiva e ordinaria la partecipazione attiva dei giovani nei luoghi di corresponsabilità delle Chiese particolari, come pure negli organismi delle Conferenze episcopali e della Chiesa universale. Chiede inoltre che si rafforzi l’attività dell’Ufficio giovani del dicastero per i Laici, la famiglia e la vita anche attraverso la costituzione di un organismo di rappresentanza dei giovani a livello internazionale». Per il resto, bisognerà aspettare cosa deciderà di fare il Santo Padre di questo testo e come sarà “metabolizzato” da diocesi e parrocchie nel corso del tempo per capire se siamo davvero di fronte a un reale cambio di marcia.

29 ottobre 2018