Desirée, la presidente del municipio: «Mi sento moralmente responsabile»

Francesca del Bello interviene dopo il fermo di tre persone per l’omicidio della sedicenne, stuprata e uccisa nella notte fra il 18 e il 19 ottobre in un cantiere abbandonato di via dei Lucani. La veglia

«Io mi sento moralmente responsabile, me la sento sulla coscienza questa vita». La presidente del municipio II Francesca del Bello interviene a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei, in merito all’omicidio di Desirée Mariottini, la ragazza di 16 anni trovata morta nella notte fra giovedì 18 e venerdì 19 ottobre in uno spazio occupato – un cantiere abbandonato – in via dei Lucani, a San Lorenzo. «Ieri mattina alle 9.30 – ha spiegato – sono stata al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza dove poi è andato Salvini ma io ero già andata via. Ho chiesto al Questore di organizzare un presidio fisso, che avevamo già chiesto tempo fa perché lì era morta una ragazza». Il Questore però «ha alzato le spalle dicendo: “Presidente abbiamo la coperta corta se noi mettiamo una pattuglia da lei la dobbiamo togliere da un’altra parte”. Aumentare la presenza delle forze dell’ordine è senza dubbio importante ma c’è anche un tema di disagio sociale. Non conosco bene la storia di questa ragazza ma come ha fatto a trovarsi lì a 16 anni ? Chi ce l’ha portata ? C’è un problema di disagio che deve essere affrontato diversamente».

Le indagini sono arrivate a una svolta: la Squadra Mobile della polizia di Stato ha eseguito due fermi nei confronti di due uomini di origine senegalese, sprovvisti di documenti in regola. Si tratta di Mamadou Gara di 26 anni e Brian Minteh di 43. Entrambi sono ritenuti responsabili, in concorso con altre persone, di violenza sessuale di gruppo, cessione di stupefacenti e omicidio volontario. Fermato anche un nigeriano di 46 anni. Si cerca ora un quarto complice coinvolto nella morte della ragazza.

Ieri intanto a San Lorenzo si è recato anche il ministro degli Interni Matteo Salvini, che non è riuscito ad arrivare di fronte al cancello che chiude l’edificio dove si è consumato il delitto e dove già dalla mattinata diverse persone hanno lasciato fiori, biglietti e lumini. Una visita, quella del vice premier, che ha diviso il quartiere, tra acclamazioni dei sostenitori e urla di contestazione di decine di attivisti che hanno sbarrato l’ingresso allo stabile. È tornato poi a sorpresa nel primo pomeriggio, con una rosa bianca che ha depositato davanti al cancello del complesso. Sul muro dell’ex cantiere intanto è comparsa una scritta: «Giustizia per Desirée. San Lorenzo non ti dimentica».

«Tornerò con le ruspe», aveva affermato Salvini, acclamato dai residenti. «Le ruspe e la violenza non ci servono – commenta la presidente del municipio -. Ci sono dei toni da parte della politica che sono inaccettabili. Non abbiamo bisogno di pensare che il problema della sicurezza in Italia sia legato al tema dei migranti irregolari. Chi governa – conclude – ha l’obbligo di far capire all’Italia che il problema della sicurezza e dell’illegalità è a prescindere dal colore della pelle».

La comunità parrocchiale di Santa Maria Immacolata e San Giovanni Berchmans intanto ha deciso di alimentare nella preghiera il ricordo di Desirée e delle altre vittime di violenza: questa sera, 25 ottobre, alle 19.30 nella chiesa affidata ai Giuseppini del Murialdo è in programma una veglia di preghiera. Per non cedere al rancore.

25 ottobre 2018