Decreto flussi, Perego: «Cambiare leggi»

Il presidente della Fondazione Migrantes commenta le nuove norme approvate, «ancora insufficienti a fare fronte alle richieste crescenti»

«Il nuovo decreto flussi raddoppia finalmente le quote d’ingresso legale nel nostro Paese, ferme allo stesso numero da cinque anni». L’arcivescovo di Ferrara – Comacchio Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, commenta con queste parole l’approvazione, nei giorni scorsi, del decreto flussi 2021, che aprirà le porte dell’Italia a circa 70mila lavoratori stranieri. Una boccata d’ossigeno per le imprese italiane, ma ancora insufficiente, dato che la carenza di manodopera lamentata dalle aziende italiane è di almeno 10mila lavoratori. E non manca il nodo critico: l’obbligo per il lavoratore – previsto dalla legge sull’immigrazione firmata Bossi-Fini – di trovarsi, al momento della chiamata, nel Paese di origine. In concreto, chi lavora già in Italia per poter essere assunto a tempo determinato deve prima fare rientro in patria.

«Come tutte le categorie imprenditoriali hanno rilevato – osserva Perego – le quote previste dalle nuove norme non saranno ancora sufficienti a far fronte alle richieste crescenti: anziani in casa, edilizia, lavori agricoli, etc. Purtroppo, le nuove quote non ridurranno l’ingresso illegale in Italia e il lavoro nero. Per cambiare direzione – aggiunge – occorre mettere in campo un cambiamento legislativo in ambito migratorio, che faccia incontrare domanda e offerta di lavoro».

Il decreto firmato dal premier Draghi rappresenta, in ogni caso, una significativa inversione di rotta: basti pensare che l’ultimo decreto flussi – datato ottobre 2020 – prevedeva in tutto l’ingresso di 30.850 lavoratori, di cui 12.850 per lavoro subordinato non stagionale e autonomo, più altre 18mila quote per lavoro subordinato stagionale nei settori agricolo e turistico alberghiero. E lo stesso presidente del Consiglio ha assicurato: «Ci sarà un altro decreto flussi l’anno prossimo». Con la revisione dei decreti sicurezza è stata infatti inserita la possibilità per il governo di aggiornare anche nel corso dello stesso anno il numero degli ingressi per i lavoratori stagionali attraverso il varo di un nuovo decreto flussi.

28 dicembre 2021