Decreto flussi: l’esclusione dei Patronati «apre la strada al sommerso»

Le Acli: «Sconcertante constatare come nonostante il governo sostenga di favorire la legalità, di fatto operi per scoraggiare la regolarizzazione degli immigrati»

«È sconcertante constatare come, nonostante il governo sostenga di favorire la legalità, di fatto operi per scoraggiare la regolarizzazione degli immigrati nel nostro Paese, lasciando il processo di emersione nelle mani di interlocutori non vocati alla tutela». Paolo Ricotti, presidente nazionale del Patronato Acli, interviene dopo aver verificato che è precluso agli operatori dei Patronati l’accesso al Portale Ali per inoltrare le domande di nulla osta al lavoro per i cittadini stranieri nell’ambito del Decreto flussi 2025.

In sostanza, a seguito di un incontro con i ministeri dell’Interno e del Lavoro, è stata ribadita l’esclusione degli istituti di Patronato dal novero dei soggetti autorizzati, disattendendo quanto è esplicitamente previsto dal protocollo firmato nel 2007 tra il ministero dell’Interno e della Solidarietà sociale, e dai precedenti Decreti flussi, è la denuncia di Acli e Patronato Acli. «Nel condividere con i ministeri le preoccupanti distorsioni e le gravi irregolarità che hanno caratterizzato i Decreti flussi degli anni precedenti, non possiamo non rimanere esterrefatti dal rilevare che i soli soggetti a essere esclusi dalla possibilità di assistere i datori di lavori nel corretto espletamento delle procedure sono proprio gli enti di Patronato, da sempre deputati al rispetto delle normative e sottoposti a legittimi controlli annuali del proprio operato. La scelta unilaterale di escludere i Patronati, non suffragata da nessun rilievo di illegittimo comportamento, abbandona le migliaia di persone (famiglie, piccole imprese, lavoratori) che da sempre si affidano a noi proprio per la competenza e la trasparenza dimostrata negli anni».

A ciò si aggiunge che, «per escludere i Patronati dall’operare nell’ambito del Decreto flussi, profilando i nuovi intermediari sulla piattaforma ministeriale il ministero dell’Interno al momento ne ha sospeso l’utilizzo da parte degli operatori di Patronato riguardo a tutte le altre tipologie di domanda come il ricongiungimento familiare, impedendo, di fatto, l’assistenza in favore dei cittadini stranieri».

Nelle parole di Ricotti, «mentre il fabbisogno di manodopera straniera da parte delle imprese si fa incessante, il governo sceglie di diminuire il livello di tutela escludendo da questa attività i Patronati, che in tutti questi anni sono sempre stati con competenza a fianco della pubblica amministrazione per favorire i flussi migratori regolari nel rispetto delle disposizioni di legge nazionali. Così facendo – prosegue -, non solo non aiuta le imprese, ma aumenta i costi per i datori di lavoro, in molti casi famiglie: ancora una volta sono gli ultimi, le persone più fragili ad essere colpite. Un governo che dice di combattere la clandestinità, agendo così di fatto la incoraggia e chiude la strada a un rapporto con realtà in grado di supportare gli immigrati nel loro processo di reale integrazione». L’auspicio è che «a breve possa essere ripristinata l’operatività ordinaria sulla piattaforma e rivisto il ruolo dei Patronati in sede di conversione del Decreto».

6 novembre 2024