Dear Jack: il contatto con i fans, “motore” del gruppo

La band reduce dal successo di Sanremo ha iniziato da Roma il suo “instore tour”. «La nostra diversità? Facciamo in modo che sia una ricchezza»

La band reduce dal successo di Sanremo ha iniziato da Roma il suo “instore tour”. «La nostra diversità? Una ricchezza»

Il loro nome nasce dal personaggio di Jack Skellington, protagonista del cartone noir “Nightmare before Christmas” di Tim Burton. I “Dear Jack” sono la band italiana del momento. Reduci dal successo del Festival di Sanremo, dove si sono piazzati al settimo posto con il brano “Il mondo esplode tranne noi”, martedì 24 febbraio hanno iniziato il loro “instore tour”, incontrando i fan al centro commerciale Roma Est.

«Jack è il nostro eroe d’infanzia, un amico di giochi – racconta Alessio Bernabei, la voce del gruppo -. Abbiamo scelto il nome alle quattro di mattina, chiusi in auto con un vocabolario d’inglese tra le mani. Volevamo un nome “a effetto” e questo ci è piaciuto subito». La band nasce nel 2012, da quattro giovani di Viterbo. Due di loro però, dopo poco tempo, escono dal gruppo. I Dear Jack si riformano nel 2013. «A fine estate – racconta Lorenzo Cantarini, chitarrista – mi chiama un amico e conosco Alessio e Francesco (Pierozzi), che cercavano un chitarrista per riformare la band. Ci siamo trovati subito in sintonia. Poi serviva anche il batterista e con Riccardo Ruiu era tanto che sognavamo di avere una situazione insieme. Alla fine si è aggiunto anche il bassista, Alessandro Presti e da qui è iniziato il nostro viaggio. I veri Dear Jack siamo noi, noi che abbiamo realizzato “il sogno”».

Il gruppo partecipa all’edizione 2014 di “Amici”, il talent show condotto da Maria De Filippi, dove riesce ad arrivare in finale e ad aggiudicarsi il “Premio della critica Fanta”. Con il loro album di esordio “Domani é un altro film (prima parte)” i Dear Jack rimangono per sette settimane al primo posto delle classifiche italiane. L’arrivo a Sanremo è stato una tappa naturale. «È un’esperienza che ci ha arricchito – ammette Alessio -. Certo, il primo giorno avevamo tantissima paura, ma dopo abbiamo rotto il ghiaccio, è stato tutto più facile». Non è dello stesso parere Lorenzo, che candidamente ammette che lui, il ghiaccio, l’ha rotto «la domenica, ovvero il giorno dopo la fine del Festival».

Cinque componenti, cinque gusti musicali differenti che spaziano dalla classica al metal, dal rock al soul. Difficile andare d’accordo, quindi. «In realtà, facciamo in modo che queste differenze siano una ricchezza – ammette Lorenzo – e non un punto debole». Tanti i modelli da cui prendere ispirazione: «A partire da Micheal Jackson – dice Alessio – fino ai Queen, e poi i Blink 182, gli ACDC. Sono tutte influenze internazionali che si dividono tra Usa e Inghilterra».

Il loro primo album è stato il più venduto in Italia nei primi sei mesi del 2014, pur essendo uscito solo a maggio. I video dei loro primi quattro singoli hanno toccato 15 milioni di visualizzazioni su YouTube. Popolarissimi tra i giovani, i Dear Jack, proprio da Roma, hanno iniziato un tour che li porterà in 50 store commerciali di tutta Italia a firmare copie del loro album. Solo a Roma Est c’erano mille ragazzi che hanno fatto la fila tutto il giorno per poterli vedere e sperare in un loro autografo. L’amore dei fan alimenta il motore del gruppo. «Siamo molto contenti di incontrarli – ammette Lorenzo – anche perché di solito interagiamo con loro attraverso i social network. Farlo di persona è un’altra cosa, e ci rede felici».

Tra loro i componenti del gruppo sembrano molto uniti, ammettono di non litigare quasi mai. «Cerchiamo di evitare le discussioni», dice Francesco, che ridendo ammette: «Se accade poi li tengo a bada io che sono il “maschio alfa”». E tra una battuta e una presa in giro al bassista Alessandro per via di qualche rarissimo capello bianco, i Dear Jack vivono il loro sogno: «Con oggi diamo il via al nostro tour di 50 tappe negli store di tutta Italia. Sarà faticoso, sappiamo che ci stancheremo – ammette Lorenzo – ma sarà anche bellissimo». «Sarà stressante – dice il batterista, Riccardo – ma va bene così. E poi, da domani saranno solo 49».

27 febbraio 2015