De Donatis ricorda madre Rolon: «La semplicità le diede accesso alla misericordia»

Una Messa nella casa romana delle Suore povere bonaerensi di San Giuseppe nella ricorrenza della nascita della religiosa: «Rimedio contro la presunzione è la lode a Dio per vivere così privi di ogni ansia personale»

Un modello a cui ispirarsi per apprendere «la logica della vera piccolezza»: così monsignor Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma ha definito la venerabile Camilla Rolon, fondatrice delle Suore povere bonaerensi di San Giuseppe, nella Messa celebrata ieri, 18 luglio, presso la Casa di Roma di via dei Fienili, dietro il Circo Massimo, nella ricorrenza della nascita della religiosa.

Nata in Argentina nel 1843, secondogenita di sette fratelli, Camilla già da molto giovane manifestò il desiderio di diventare suora carmelitana di clausura a Buenos Aires ma dopo solo un mese dal suo ingresso nel monastero del Carmine, un sarcoma addominale la obbligò a lasciarlo. Nonostante la grave malattia, che renderà la sua salute sempre molto precaria, continuò a sentire e a coltivare la vocazione di consacrarsi al Signore fondando una congregazione che avesse come scopo la cura dei malati, degli orfani e delle ragazze madri. Così nacque l’Istituto delle Suore povere di San Giuseppe, la prima Congregazione argentina con approvazione pontificia, che ancora oggi si dedica all’assistenza dei più poveri, all’accoglienza e all’istruzione dei bambini abbandonati e delle ragazze madri, in particolare alle ragazze di strada.

«Madre Camilla è nella schiera numerosa di quei piccoli – ha chiosato De Donatis nella sua omelia – con i quali il Vangelo di oggi ci dice che Gesù si intrattiene: sono coloro in grado di riconoscere di avere un cuore capace di ascolto autentico e di conversione». Si tratta di una piccolezza che «non è affatto una forma di infantilismo – ha continuato il porporato – ma è, invece, quell’umiltà di prendere consapevolezza dei limiti umani per accedere ad una misura più grande, la misericordia del Padre» compiendo un cammino perchè «piccolezza e semplicità non sono doni di natura ma l’esito di un processo di purificazione, di liberazione dalla tentazione del giudizio verso l’altro nel quale, specie nel più povero, va riconosciuto e incontrato Cristo». Questo fece madre Rolon dall’inaugurazione dell’Istituto in Argentina, nel 1889, fino alla sua morte, avvenuta nel 1913: furono 38 le strutture da lei fondate fra asili, collegi e ospedali sparsi in Argentina, Italia e Uruguay.

Oggi le Suore povere bonaerensi di San Giuseppe operano anche negli Stati Uniti, in Madagascar e in Romania e oltre che a Roma sono presenti a Genova e a Larino, in Molise. In particolare, la Casa romana è centro di spiritualità ma anche spazio a disposizione per le attività di volontariato dell’ordine dei Cavalieri di Malta: nelle cucine del convento si preparano due volte al mese oltre 120 pasti distributi poi ai poveri e senzatetto presso le stazioni della capitale.

Guardando alla religiosa per la quale è in corso il processo di beatificazione, De Donatis ha ricordato «la sua totale fiducia nella Divina Provvidenza, specie riguardo alla sua malattia oltre che per l’andamento della sua missione», riconoscendosi «semplice strumento nelle mani del Padre»: si tratta di un insegnamento «per tutti noi ancora oggi – ha detto il presule -: il rimedio contro la presunzione è la lode a Dio per vivere così privi di ogni ansia personale e liberati dal sospetto nei confronti degli altri». Madre Camilla Rolon morì a Roma ma per espresso desiderio delle sue “figlie” in Argentina venne sepolta nella Casa madre di Muniz, nella provincia di Buenos Aires, nei pressi dell’altare maggiore della cappella.

 

19 luglio 2018