De Donatis a pranzo con i poveri di San Romano

La mensa attiva ogni sabato, da settembre a giugno. In cucina e al servizio, i volontari dei 20 gruppi parrocchiali, coadiuvati dalle suore della parrocchia

Ogni sabato, da settembre a giugno, la parrocchia San Romano Martire, a Pietralata, offre il pranzo a 35 indigenti della zona. Senza fissa dimora, anziani che vivono in condizioni di “barbonismo domestico”, persone con disabilità o disturbi psichici trascorrono una giornata in compagnia, coccolati da numerosi volontari. Sabato 30 marzo a tavola con loro c’era anche il cardinale vicario Angelo De Donatis, invitato da un volontario, Giovanni, che ogni anno offre il pranzo ai poveri in occasione del suo compleanno. Un appuntamento divenuto ormai una tradizione, con l’immancabile torta. Appuntamento nel quale il cardinale ha voluto omaggiare gli ospiti con un piccolo dono, uova di Pasqua in vista delle prossime festività. «Auguro a tutti voi di saper nascere ogni giorno – ha detto il cardinale vicario -. Ogni giorno è un nuovo inizio».

Alla mensa di prossimità della parrocchia San Romano Martire siedono «i primi 35 poveri ai quali ogni sabato mattina viene offerta anche la colazione», spiega il parroco don Marco Fibbi. In cucina e al servizio ai tavoli si alternano i volontari degli oltre 20 gruppi parrocchiali e alcuni appartenenti ad associazioni esterne, come quelli della onlus RomAltruista, tutti coadiuvati dalle suore Oblate di Maria Vergine di Fatima che vivono in parrocchia. «Questa è una comunità molto viva dal punto di vista caritativo – aggiunge don Marco -. Grazie all’aiuto di tante persone sensibili e sempre disponibili, oltre al pranzo e alla distribuzione di pacchi viveri e capi di abbigliamento, due volte a settimana offriamo anche la cena ai senza dimora che gravitano intorno alla stazione Tiburtina e dal 2015 abbiamo aperto il versante dell’accoglienza, rispondendo all’invito di Papa Francesco».

Una trentina i migranti ospitati fino ad oggi. Al momento sono nove, tutti giovani uomini provenienti dal Marocco, Egitto e Senegal. Tutti erano presenti al pranzo, animato da Silvana, settantenne che ama suonare l’armonica e scrivere poesie. Partecipa al pranzo ogni sabato solo «per ricevere un sorriso», afferma. Albert vive per strada, vicino alla stazione Tiburtina. Ha gravi problemi fisici ma il volto sempre sorridente. «Quest’uomo per me è un gran mistero – dice suor Lucia Siciliano, superiora delle Oblate di Maria Vergine di Fatima -. Avrebbe molti motivi per lamentarsi e invece è sempre cordiale e sorride a tutti».

Prima del pranzo il cardinale vicario ha incontrato i rappresentanti dei gruppi parrocchiali, i volontari della Caritas e della onlus Arvad, Associazione romana volontari assistenza diversabili. Gli è stato esposto il cammino pastorale intrapreso e, in sintonia con quello avviato da tutta la diocesi, gli è stata letta e consegnata la lettera di richiesta di perdono alla comunità preparata dai sacerdoti, dalle suore, dagli operatori pastorali e da tutti i gruppi della parrocchia. Il porporato si è detto molto felice di ritrovarsi in «una comunità ricca e vivace che ha compreso l’importanza dell’essere discepoli di Gesù sentendosi popolo. Non perdete la speranza e continuate a camminare con fiducia per lasciare un mondo migliore. Il popolo della diocesi si è incamminato. La consapevolezza che avete acquisito sull’importanza di passare dal “fare”, all’“essere” mi dà una gioia immensa. Continuate su questo percorso». Richiamando l’immagine del frutto del melograno, presente anche nel suo stemma cardinalizio, De Donatis ha spiegato che questo rispecchia la vita della comunità. «Noi siamo i chicchi – ha affermato -, il succo è lo Spirito Santo che ci tiene uniti. Bisogna sempre vigilare affinché il succo non manchi mai».

1° aprile 2019