De Donatis: la lotta spirituale, «condizione ordinaria del battezzato»

Nella basilica lateranense l’incontro per il ciclo “Gaudete et exsultate”, dedicato alla figura di san Pio da Pietrelcina. Frisina: «LeE stimmate, realtà che ha crocifisso il suo corpo e la sua anima»

All’inizio della Settimana Santa, il combattimento spirituale è stato il tema al centro del penultimo incontro dedicato all’esortazione apostolica di Papa Francesco “Gaudete et exsultate”, svoltosi ieri sera, lunedì 15 aprile, nella basilica di San Giovanni in Laterano. Un’iniziativa della diocesi di Roma per l’anno pastorale in corso, che nella serata di ieri, intervallata da brani musicali a cura del dipartimento di Musica Antica del Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma, è stata articolata sul tema  “Combattere secondo le regole. GE 159-165. san Pio da Pietrelcina: condividere la lotta in Cristo”.

Cinque i paragrafi del documento sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo sui quali si è soffermato il cardinale vicario Angelo De Donatis, racchiusi nel quinto capitolo dell’esortazione che approfondisce i temi del “Combattimento, vigilanza e discernimento”. «La lotta spirituale – ha spiegato il porporato – non è un momento della vita cristiana ma è la condizione ordinaria del battezzato sulla terra, nel quale rivive il mistero del combattimento e della vittoria di Gesù». Ha quindi messo in risalto il nesso esistente tra combattimento e Spirito Santo e ai numerosi religiosi e laici che anche questa occasione gremivano la cattedrale di Roma ha spiegato che una buona vita spirituale non è sinonimo di pace bensì esattamente il contrario perché  «la prova è parte della pedagogia del Paraclito». Ogni battezzato ricolmo di Spirito Santo vive le proprie tentazioni, che temprano e aiutano a diventare «più fortemente figli». Le prove quotidiane sono quindi fondamentali perché pongono il cristiano «davanti ad un bivio» permettendogli di rinnovare il proprio sì.

Il cardinale vicario è quindi passato ad analizzare il ruolo del maligno ricordando che Bergoglio spesso parla della persona del diavolo, che non è «una metafora del male» ma una persona. Ha un potere limitato, ha spiegato De Donatis, ma «senza le sue opere destinate a tentare ci sarebbe nevrosi e non lotta spirituale». Il maligno «induce ad ottenebrare la figliolanza e a manipolare Dio spingendo a ridurlo a rango di maggiordomo del nostro ego». Altro aspetto è quello della corruzione spirituale che porta alla «calunnia e a puntare il dito contro gli altri». Verità, visione e Parola sono invece i tre vocaboli chiave del discernimento. La prima porta a riconoscere i propri imiti e le proprie responsabilità. La visione fa interrogare sulla volontà di Dio nella vita di ognuno. La Sacra Scrittura, infine, costituisce la «trama del discernimento», in modo particolare la Parola della Croce, ha concluso il cardinale, invitando i fedeli a meditare in Settimana Santa l’omelia pronunciata da Papa Francesco durante la Messa della Domenica delle Palme.

Il rettore della basilica di Santa Cecilia in Trastevere, Marco Frisina, nella catechesi su san Pio da Pietrelcina ha affermato che «solo armati di Dio si può vincere satana e il male», come accaduto al sacerdote cappuccino, piccolo di statura ma «con un’armatura robusta». Un sacerdote che si riteneva un grande peccatore e che sentiva «l’esigenza della lotta spirituale». Le stimmate della Passione di Cristo ricevute da padre Pio il 20 settembre 1918 rappresentano «una realtà che ha crocifisso il suo corpo e la sua anima unendola a Gesù». Segni che sono rimasti aperti, dolorosi e sanguinanti per cinquant’anni ma la «sofferenza, se vissuta per amore, rende potenti». Nella Settimana Santa il frate di Pietrelcina ricorda che «la Croce di Cristo è la gloria di ogni cristiano, non è dolore ma amore fino alla fine».

L’ultima catechesi del ciclo “Gaudete et exsultate”, in programma per lunedì 13 maggio alle ore 19, verterà su  “Scegliere le scelte di Dio. GE 166-177. S. Teresa d’Avila e S. Giovanni della Croce: la forza della preghiera”.

16 aprile 2019