De Donatis: il «genio femminile» di santa Giuseppina Vannini

La Messa di ringraziamento presieduta nella basilica di San Giovanni in Laterano, dove la religiosa andava ogni mattina con le prime componenti del nucleo delle Figlie di San Camillo

A madre Giuseppina Vannini, nuova santa tutta romana, il cardinale vicario Angelo De Donatis ha affidato la città e la diocesi di Roma e in particolare i tanti poveri, gli anziani, i disabili dimenticati dalle famiglie e dalla società che «gridano chiedendo l’aiuto della misericordia di Dio e della Chiesa». Occasione è stata la prima Messa di ringraziamento per la canonizzazione della fondatrice della congregazione delle Figlie di San Camillo, elevata all’onore degli altari domenica 13 ottobre da Papa Francesco.

Messa di ringraziamento madre Vannini, San Giovanni in Laterano, 14 ottobre 2019Il porporato ha celebrato nella basilica di San Giovanni in Laterano dove nel 1892 madre Vannini, al secolo Giuditta Adelaide Agata, si recava tutte le mattine per la celebrazione eucaristica in compagnia di Emanuela Eliseo e Vittorina Panetta, prime componenti del nucleo delle Figlie di San Camillo. Al suo fianco come concelebranti il vescovo Paolo Ricciardi, delegato per la pastorale sanitaria della diocesi, il vescovo Luca Brandolini, vicario dell’arciprete della basilica di San Giovanni in Laterano, monsignor Prosper Kontiebo, vescovo di Tenkodogo, e monsignor Séraphin Rouamba, arcivescovo di Koupela, padre Laurent Zoungrana e padre Luigi Secchi, rispettivamente vicario generale e postulatore generale dei Camilliani.

Messa di ringraziamento per la canonizzazione di madre VanniniAlle tante religiose con l’abito nero con la croce rossa sul petto, il cardinale ha chiesto di aiutare ancora la diocesi «a incamminarsi con amore verso le periferie esistenziali» di Roma e ad ascoltare il grido dei malati e dei poveri, «veri signori e padroni. Se sarete madri insegnerete a tutti noi ad avere un cuore materno», ha proseguito. Il pensiero del cardinale si è rivolto poi in modo particolare ai giovani che, «disorientati e in uno stato di orfanezza, non aspettano altro di incontrare padri e madri generosi nella carità. Si mettono a servizio al loro fianco e scoprono la gioia di amare e donarsi». Il carisma della prima santa romana della sanità sollecita nuovamente a prendersi cura degli ammalati «con rinnovato entusiasmo», ha affermato ancora il cardinale durante la liturgia animata dal coro dell’Università Pontificia Salesiana.

In soli 20 anni di attività madre Giuseppina ha lasciato un’eredità immensa che si traduce in case presenti in 22 nazioni in Europa, Asia, Africa, America. De Donatis ha spiegato che la suora, ben consapevole di cosa significasse essere orfana, avendo perduto i genitori quando aveva solo 7 anni, è riuscita ad incarnare il carisma di san Camillo de Lellis con «genio femminile» diventando per gli infermi «segno della Chiesa madre». Una madre che amava non a parole ma con «i gesti e la verità», tanto che alle consorelle ripeteva: «La carità sia la nostra divisa».

Messa di ringraziamento per la canonizzazione di madre Vannini, San Giovanni in Laterano, 14 ottobre 2019Il porporato ha quindi ricordato l’incontro avvenuto il 17 dicembre 1891 tra il camilliano padre Luigi Tezza, a Roma per predicare gli esercizi spirituali, e la giovane Giuditta. La memoria di quell’incontro provvidenziale è «un richiamo forte» per i sacerdoti e per le suore della congregazione delle Figlie di San Camillo. «Siate padri e madri con i malati, con i poveri e con chi si prende cura di loro – ha esortato il vicario -. I vostri ospedali e le vostre comunità sono chiamate a rivelare il volto bello della Chiesa, la santità. Non avvenga che rallegrandoci per la santità della vostra fondatrice distogliamo l’attenzione dalla chiamata di ciascuno di noi alla santità».

Madre Zélia Andrighetti, superiora generale delle Figlie di San Camillo, ha messo in risalto che la vita di santa Giuseppina, apostola degli infermi e degli ultimi, è un «efficace richiamo alla società del nostro tempo tentata dall’egoismo e dall’indifferenza». La sua spiritualità «radicata nel Vangelo» può essere imitata da tutti, ha concluso. Le ha fatto eco la vicaria generale suor Rosanna Priore, secondo la quale la santa romana della carità insegna «a vivere la santità nel quotidiano vedendo Gesù stesso nel malato e nei sofferenti».

15 ottobre 2019