De Donatis alle equipe pastorali: vivere «la pazienza del confronto»

Nell’assemblea diocesana, a San Giovanni, il punto sul lavoro avviato, in ascolto del territorio. Il profilo dell’evangelizzatore disegnato da padre Bittasi. Le testimonianze delle parrocchie di Sant’Ugo, San Salvatore in Lauro e San Clemente

«Non vi dirò cosa dovete fare ma vi dirò solo quello che il Signore ci chiama a vivere. È molto diverso. Sta a voi riflettere, discernere e decidere, con i presbiteri e tutta la comunità, quali occasioni utilizzare per incontrare chi è lontano, con quale disponibilità di cuore discernere l’azione di Dio e le chiamate che egli ci rivolge. Abbiamo fatto fatica ma stiamo entrando in questa mentalità». Durante l’assemblea diocesana delle equipe pastorali svoltasi sabato 29 febbraio nella basilica di San Giovanni in Laterano il cardinale vicario Angelo De Donatis non ha fornito nessuna ricetta preconfezionata, nessun prontuario da seguire alla lettera ma è tornato ad esortare le comunità a meditare la Parola di Dio, specie in questo periodo di Quaresima, per potersi poi mettere con il cuore in ascolto delle necessità del territorio.

Lavori equipe pastorali, San Giovanni, 29 febbraio 2020A oltre tre mesi dal mandato ricevuto da Papa Francesco il 9 novembre scorso, tantissimi i laici e i sacerdoti che si sono ritrovati nella madre e capo di tutte le Chiese per fare un punto sul lavoro avviato e già fatto dalle equipe create all’inizio di quest’anno pastorale – il secondo dei sette ispirati al Libro dell’Esodo in vista del Giubileo del 2025 -, nell’ambito del cammino diocesano sull’ascolto del “grido della città”. Grazie alle visite pastorali nelle varie parrocchie di Roma, settimana dopo settimana il cardinale vicario ha potuto constatare che il lavoro sta procedendo alacremente e ha quindi invitato a non creare in parrocchia «ordini di scuderie» ma a iniziare a vivere la «pazienza del confronto, della condivisione, della creatività pastorale, della convergenza su decisioni comuni». Questo comporta certo «la fatica della sinodalità», una strada «appassionante» che richiede l’esercizio costante per essere sempre prudenti ed equi, come auspicato da Papa Francesco.

Lavori equipe pastorali, San Giovanni, De Donatis, 29 febbraio 2020Le equipe, ha rimarcato il porporato, sono animate dalla convinzione che «il protagonista della missione» è lo Spirito Santo il quale agisce nell’anima di ogni uomo spronandolo ad «uscire dal torpore per essere più missionari». Ancora, le equipe pastorali, ha proseguito De Donatis, sono chiamate a prendere l’iniziativa, a fare il primo passo per uscire dalle parrocchie e incontrare le persone lontane, ad attivare con loro relazioni empatiche senza «rimanere alla finestra ma scendendo in strada» e ad accompagnarle. «Questo ci aiuterà nei prossimi anni a ripensare alla nostra proposta evangelizzatrice – ha concluso il porporato -. L’evangelizzazione infatti comincia con uno “sguardo” e un “ascolto”».

Lavori equipe pastorali, San Giovanni, 29 febbraio 2020Iniziata con la recita dell’Ora Terza, la mattinata è proseguita con la meditazione del gesuita Stefano Bittasi, segretario esecutivo del Centre for Children Protection della Pontificia Università Gregoriana, che si è soffermato sull’organizzazione della vita nelle prime comunità cristiane illustrata negli Atti degli Apostoli e sull’istituzione dei primi sette diaconi. Il gesuita, richiamando l’attenzione sull’evangelizzatore, ha spiegato che questi non deve limitarsi a curare solo la dimensione clericale ma deve leggere le difficoltà come occasione per riscoprire il compito delle comunità cristiane. È quindi passato all’analisi di due “clericalismi”. «C’è il clericalismo dei laici – ha detto -, di chi vuole lavarsi le mani e demandare tutto al parroco, e quello dei preti che non vogliono mai mollare la presa». Per coinvolgere coloro che sono lontani dalla chiesa sono necessarie «comunità vive e vivaci, composte da persone che si prendono la responsabilità. Una comunità piramidale allontana».

Spazio infine alle testimonianze sul lavoro avviato dalle equipe nella parrocchia di Sant’Ugo, San Salvatore in Lauro e San Clemente e alla condivisione fra le equipe suddivise in gruppi a seconda dell’ambito di cui si occupano: famiglie, giovani, ammalati e poveri.

2 marzo 2020