De Donatis alla Pul: «Formare costruttori di dialogo e pace»

Il cardinale, gran cancelliere della Pontificia Università Lateranense, intervenuto all’inaugurazione del 251° anno accademico. Il primo del nuovo rettore Amarante

Le crisi internazionali che si avvicendano sul palcoscenico della storia richiedono discernimento per leggere i segni di tempi e, nel mondo accademico, «devono stimolare la ricerca e lo studio universitario a vivere come prioritaria la formazione di autentici costruttori di incontro, dialogo, pace nello spirito delle Beatitudini». È l’invito rivolto dal cardinale vicario Angelo De Donatis agli studenti della Pontificia Università Lateranense durante l’inaugurazione dell’anno accademico, il 251° dalla fondazione. Un nuovo capitolo che si apre «in un contesto sociale ed ecclesiale carico di sfide cruciali e di possibilità nuove», ha aggiunto.

Intervenendo oggi, 9 novembre, nell’Aula Magna Benedetto XVI, il porporato, che dell’ateneo è gran cancelliere, ha consigliato di usare come bussola l’enciclica Fratelli tutti e l’esortazione Laudate Deum di Papa Francesco che mettono al centro l’amicizia, la fraternità sociale, l’impegno a farsi carico del grido della terra. Ma bisogna sempre partire «dalla realtà concreta del nostro tempo – le parole del vicario -, letta con la logica della speranza. Il discernimento critico, proprio del lavoro universitario, permetterà di non cedere alla tentazione dei profeti di sventura, ma di far emergere che, negli avvenimenti anche più duri della storia e spesso contro le stesse intenzioni di coloro che ne sono protagonisti, è in azione lo Spirito che porta ogni cosa alla pienezza progettata dal Padre in Cristo». La relazione di sintesi della prima sessione dell’assemblea sinodale conclusasi il 29 ottobre «indica passi da compiere con fiducia – ha proseguito -. L’Università li assumerà con particolare impegno, contribuendo al rinnovamento delle nostre comunità».

Quello odierno è stato il primo Dies academicus per monsignor Alfonso Amarante, neo rettore della Lateranense e arcivescovo titolare di Sorres. «Nell’intraprendere il cammino un dato mi è stato subito caro al cuore e chiaro alla mente – ha affermato nel suo saluto -: quanto l’Università sia chiamata ad assolvere un compito di certo arduo, ma allo stesso tempo unico, rispetto alle sfide che la nostra epoca ci pone dinnanzi. Viviamo in un periodo di complessità che ci sfida nella complessità onnipresente del post-umano, richiede oggi più che mai una rinnovata attenzione al rilancio di una visione dell’essere umano colto nella sua integralità ontologica, così come nella sua drammaticità esistenziale». Un lavoro che deve essere portato avanti mettendo sempre al centro «il Vangelo e il rapporto autenticamente vissuto con Cristo».

Oggi l’università del Papa, come la definì san Giovanni Paolo II nella visita del 16 febbraio 1980, collega studenti di 13 Paesi con 29 sedi. Ha 4 facoltà, 2 istituti e 2 cicli di studi. Nel 2022 gli iscritti sono stati 2.021, la maggior parte dei quali, 424, al ciclo di studi in “Ecologia e ambiente”, istituito nel 2021 da Papa Francesco. A seguire, con 341 iscrizioni, le facoltà di Diritto canonico e di Teologia (322). Gli immatricolati sono stati 265 e in questo caso la scelta primaria è ricaduta su Teologia, con 68 nuove iscrizioni. Per quel che riguarda le categorie, gli iscritti sono 617 laici, 398 ecclesiastici, 298 religiosi e 101 seminaristi. Studenti provenienti da ogni parte del mondo che fanno dell’ateneo «un piccolo cosmo», come lo ha definito il rettore, riflettendo sul fatto che questa multiculturalità deve far « ricordare e ritematizzare che la parola “cattolica” per essere tale davvero presuppone che sia cifra di una testimonianza di universalità e di inclusività fraterna».

Affidata a don Paolo Asolan, preside dell’Istituto pastorale Redemptor Hominis, la prolusione sul tema “Evangelizzare la complessità. Nuovi orizzonti per la missione della Pul”. «La comunità cristiana è chiamata a svolgere la sua duplice vocazione di edificare se stessa e di essere strumento di evangelizzazione a servizio del mondo», ha detto declinando il tema in tre parole chiave: tempo, libertà, missione. In una società che corre veloce, la Chiesa deve stare al passo senza dimenticare la sua missione messianica, impegnandosi «in una sempre nuova trasformazione qualitativa del tempo», ha spiegato il sacerdote. L’università deve poi formare alla libertà intellettuale, mentale, umana e a liberarsi dalle catene «del potere del momento». Per far fronte alle nuove sfide, missione dell’ateneo è offrire «servizi la cui utilità è percepita dal Popolo di Dio».

9 novembre 2023