De Donatis al Cor: «Vi guidi la passione del Pastore per la pecora perduta»

La Messa per l’apertura dell’anno pastorale, nel 75° anniversario di fondazione dell’associazione. «Uscire dai recinti per annunciare Cristo»

Si è svolta nel 75° anniversario della fondazione del Centro oratori romani (Cor), ieri sera, 5 novembre, la Messa di apertura del nuovo anno pastorale dell’associazione laicale fondata dal servo di Dio Arnaldo Canepa, a Santa Maria del Buon Consiglio, al Quadraro. A presiedere, il cardinale vicario Angelo De Donatis, davanti al quale i soci del Cor hanno accolto due giovani per la promessa di servizio, in un anno complesso anche per la pastorale oratoriana.

Commentando il brano del Buon Pastore che, lascia le 99 pecore al sicuro e va dietro a quella perduta, De Donatis ha sottolineato come, nell’ottica di Dio  quell’unica che si è persa diventa più importante delle tante che sono già con lui. «Sono al corrente che state puntando molto sulla missionarietà, sull’andare fuori – ha detto a soci e catechisti del Cor -. Mi ha fatto piacere soprattutto sapere che in tutte le parrocchie di Roma volete cercare proprio quella pecora perduta. Canepa – ha ricordato – aveva a cuore la cristianizzazione delle masse, un desiderio molto forte di annunciare il Vangelo a tutti. Questa è l’azione che accompagna sempre le persone che hanno un carisma straordinario. Una passione che accompagna tutti noi battezzati: tutti noi sentiamo questa urgenza».

L’auspicio del cardinale è che «l’attenzione del Pastore verso la pecora possa spingerci ad uscire dai recinti per annunciare Cristo a coloro che ancora non lo conoscono. Possano quelle parrocchie, che non hanno ancora l’oratorio e non sanno come prendersi cura dei loro piccoli – ha continuato -, trovare in voi del Cor alleati preziosi,  fratelli e sorelle che hanno a cuore che Cristo sia annunciato e conosciuto. So con certezza che questo è quello che c’è nel vostro cuore».

A portare il saluto dell’associazione al vicario del Papa, all’inizio della Messa, il presidente David Lo Bascio, che ha ricordato come il Cor avrebbe voluto celebrare questo giubileo in modo festoso e trionfante. «Ma questa Eucaristia – ha detto – ha per noi il sapore agrodolce del mistero pasquale: se su un versante sperimentiamo tutta la fatica del Calvario, che non è solo figlia della pandemia ma più in generale del nostro impegno tante volte disistimato o frainteso, dall’altro intravediamo le luci della risurrezione». Luci che emergono dal sogno di vedere riconosciuti i bambini come persone, dalla vocazione laicale di servizio e dal carisma che si fa lievito alla maniera del Vangelo. «Quello che per Canepa fu il Quadraro – ha concluso Lo Bascio -, oggi sono per noi gli infiniti quartieri di questa città. C’è ancora bisogno di seminarli tutti della misericordia di Dio. C’è ancora bisogno di lasciare tutto per la pecorella smarrita. C’è ancora bisogno dell’oratorio a Roma».

Il tema prescelto per quest’anno, “Cambia l’aria, arriva l’oratorio”, vuole essere proprio «segno del cammino che  l’associazione sta compiendo verso un  profondo rinnovamento: un desiderio di spogliarsi di tutto ciò che non serve, di tutto ciò che è autoreferenziale e che le impedisce di correre fuori verso i mille ragazzi che attendono ancora una parola, un esempio e una speranza», affermano dal Cor.

6 novembre 2020