De Donatis al clero di Roma: memoria e riconciliazione

Sette anni ispirati all’Esodo, verso il Giubileo del 2025. L’appello: «Ascoltare il grido della città». Le mappe: la Parola, il Concilio, il Magistero dei Papi, la “Evangelii gaudium”

Un nuovo Esodo per «ascoltare il grido della città». Quello legato a «sofferenze familiari, dei poveri e degli stranieri, situazioni di alienazione o di sfruttamento nel lavoro, ingiustizie» per «la corruzione e il clientelismo», alla «rassegnazione di chi non cerca più un senso per la vita». Tanti problemi cui non si può rispondere però senza un itinerario sulla memoria e sulla riconciliazione che consenta di preparare un adeguato bagaglio spirituale per quest’impegno. È l’indicazione del cardinale vicario Angelo De Donatis al clero della diocesi di Roma, scaturita dalla lunga e articolata relazione che ha proposto questa mattina, lunedì 17 settembre, nella basilica di San Giovanni in Laterano (il testo integrale sul sito della diocesi di Roma e il 7 ottobre con Avvenire e Roma Sette in un opuscolo che raccoglierà anche l’intervento del Papa all’assemblea diocesana).

angelo de donatis, incontro clero, 17 settembre 2018De Donatis ha invitato i sacerdoti a una «conversione missionaria» – attorno alla domanda “Dove sei?”, al centro della sua riflessione – per «ridefinire priorità, scelte, stili della vita ecclesiale». Mappe del cammino, oltre alla Parola di Dio (in particolare il Libro dell’Esodo), i documenti del Concilio Vaticano II, il magistero dei vescovi di Roma nel dopo-Concilio e le indicazioni della “Evangelii gaudium” di Francesco. Un cammino tracciato per la Chiesa di Roma verso il Giubileo del 2025, «come in un nuovo Esodo», ma «senza rigide tabelle di marcia. Un tempo propizio per arrendersi alla voce del Signore», afferma il cardinale vicario. Con uno schema dell’itinerario comunitario. A partire dall’anno passato, sulle “malattie spirituali”, e dall’anno pastorale appena iniziato, dedicato alla memoria e alla riconciliazione. Nel 2019-2020 al centro il “kerigma”, l’annuncio del Mistero Pasquale; l’anno successivo l’obiettivo sarà focalizzato sulla prassi pastorale dell’evangelizzazione; quindi, l’accento sui laici e gli ambienti di vita; ancora, la forma sinodale della Chiesa; l’ultimo anno sarà dedicato all’articolazione della Chiesa nel territorio.

vescovi ausiliari, incontro de donatis clero, 17 settembre 2018Un monito da De Donatis arriva sulle divisioni, prendendo spunto dalle “malattie” della comunità di Corinto. «È incredibile come la storia si ripeta, come il maligno ci tenti sempre nelle stesse cose! In tante delle nostre parrocchie c’è questa malattia delle appartenenze separate che porta spesso con sé il virus della diffidenza e del rifiuto degli altri. È un errore ecclesiologico dai risvolti estremamente pericolosi, da cui dobbiamo guarire subito». Accanto a questo, il monito a mettere da parte «ogni pericolosa idealizzazione autocelebrativa: la comunità cristiana che vive nello Spirito di Dio non è fatta da “duri e puri”, non è un’élite di persone che si presumono perfette». Il frutto più bello, sottolinea il vicario del Papa, è «la vita di fraternità, con il suo carico di bellezza e di fatica».

Il cammino dell’anno appena iniziato è scandito da tre passaggi, spiega De Donatis: la memoria del cammino della Chiesa di Roma (fino a Natale); l’impegno nella riconciliazione (da gennaio a Pasqua); l’ascolto del grido della città (da Pasqua a Pentecoste). Il cardinale ricorda alcuni grandi momenti della storia recente della Chiesa di Roma su cui riflettere, dal convegno del ’74 al Sinodo alla Missione cittadina, e l’intervento del vescovo Gianpiero Palmieri specifica alcune indicazioni per il lavoro nei settori, nelle prefetture e nelle parrocchie.

Nella seconda fase del cammino, in Quaresima, De Donatis indica il punto di forza negli esercizi spirituali, da vivere con l’intento di «vincere le divisioni mettendo al centro il Crocifisso Risorto» (sull’esempio della “prima settimana” del cammino ignaziano), e nella liturgia penitenziale di prefettura. Il culmine del cammino diocesano, l’ascolto del grido della città, partirà con la messa a fuoco di questo grido e con la lettura dei segni dei tempi. Prima di “buttarsi nella mischia” per collaborare a quella “rivoluzione della tenerezza” invocata dal Papa.

17 settembre 2018