De Donatis ai giovani: «Urgente generare speranza»

La consegna agli oltre mille ragazzi che hanno partecipato all’edizione diocesana della Gmg, nella solennità di Cristo Re. La preghiera a Santa Croce in Gerusalemme, quindi il pellegrinaggio a San Giovanni dietro alla Croce delle Giornata mondiali della gioventù

Né l’appuntamento di buon mattino né il freddo hanno scoraggiato gli oltre mille giovani di Roma che ieri, 26 novembre, hanno partecipato alla Giornata mondiale della gioventù diocesana celebrata nella solennità di Cristo Re. A quasi quattro mesi dalla Gmg di Lisbona, i ragazzi si sono ritrovati alle 8 nell’orto monastico della basilica di Santa Croce in Gerusalemme, prima tappa di un pellegrinaggio che li ha portati a San Giovanni in Laterano. Un tè caldo tra le mani, la gioia di ritrovarsi, di raccontarsi, di compiere un altro pezzo di strada insieme, hanno ricreato l’entusiasmo del “Campo della grazia” di Lisbona. Accompagnati da sacerdoti, animatori, religiose e religiosi, nella basilica lateranense hanno trovato «aria di casa», come ha detto il cardinale vicario Angelo De Donatis che ha presieduto la Messa e nell’omelia ha invitato i giovani a «essere per Roma e per il mondo maestri che non si accontentano di desiderare ma esperti nell’arte di generare speranza». Il tema scelto da Papa Francesco per questa 38ª Gmg è stato infatti “Lieti di speranza”. «Questi ragazzi sono il volto bello della gioventù romana», commentavano due passanti. Una gioventù turbata dagli ultimi eventi di cronaca, con protagonisti loro coetanei, che «confermano che l’amore non ha nulla a che fare con la logica del possedere, del dominare – ha avvertito De Donatis -. L’amore è un dono, mai un possesso. È urgente partire dall’intimo del cuore, solo allora la vita sarà impregnata di speranza».

La Giornata è iniziata nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme con un momento di preghiera e di meditazione del racconto della Passione tratto dal Vangelo di Marco. Per Anna, 15 anni, quella di ieri è stata la prima esperienza di Gmg. «Ne ho tanto sentito parlare e sono felice di essere qui – dice -. È il modo più bello per condividere un cammino di fede con altri ragazzi». Giorgia è invece stata a Lisbona, «esperienza unica» che ha contribuito alla sua «crescita spirituale». Lucia affronta ogni giornata «spronata dall’invito del Papa in Portogallo a non avere paura». Leonardo ha partecipato alla Gmg diocesana dello scorso anno al Divino Amore. Ha 16 anni, non è potuto partire per Lisbona ma «la testimonianza di chi ci è stato ha aumentato il desiderio di fare un serio cammino di fede». Simone, animatore della parrocchia San Roberto Bellarmino, ha accompagnato 15 ragazzi «per far vivere loro lo spirito diocesano della Chiesa e mostrare che ci sono tanti altri giovani desiderosi di camminare insieme per condividere la fede e le speranze».

«Che bella la gioia dei giovani – commenta il vescovo ausiliare don Dario Gervasi osservando i ragazzi -. Hanno un entusiasmo incredibile che ci dice che è bello avere Cristo come Signore». Prima di lasciare la basilica i pellegrini hanno visitato le reliquie della Croce di Gesù portate a Roma da sant’Elena, la madre di Costantino. Poi, portando la Croce della Gmg, si sono avviati verso la basilica di San Giovanni in Laterano pregando anche per la pace nel mondo. Don Alfredo Tedesco, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile, ha ricordato che era in programma un pellegrinaggio in Terra Santa, rimandato a data da destinarsi. «La croce della Gmg che volle Giovanni Paolo II per le Gmg di tutto il mondo diventa per noi speranza di pace – ha detto -. Voi siete barlume di speranza e partendo da questa basilica camminiamo per le strade di Roma diventando segni di speranza in mezzo a questo mondo segnato da tante difficoltà».

Dopo aver attraversato i giardini di via Carlo Felice, il lungo serpentone ha fatto ingresso nella basilica di San Giovanni in Laterano. Nell’omelia il cardinale De Donatis parlando della speranza ha osservato che spesso si rischia «di ridurre la speranza alla riuscita di cose anche buone ma senza un orizzonte. Speriamo in un bel voto, in un bel lavoro, in un affetto desiderato, in un impegno generoso nel mondo, ma appena esaudita la speranza cominciamo a sperare ancora. Rischiamo di ridurre la speranza a una somma di speranze dal respiro corto che ci lasciano dopo un po’ insoddisfatti, non felici. Non è sufficiente sperare, è urgente generare speranza. Voi ne avete la possibilità – ha concluso -. Riempite il mondo del Signore e anche noi adulti grazie a voi torneremo a essere lieti nella speranza».

27 novembre 2023