De Donatis ai giovani: «Il vostro “sì” trasformi Roma in uno spazio di Paradiso»

Il cardinale vicario ha presieduto la Messa conclusiva della lunga notte della Gmg diocesana, al Divino Amore. «Se sei qui – le parole rivolte ad ognuno dei ragazzi – è perché sogni una vita dove il vivacchiare non ti appartiene. Senti di vivere e ti accorgi che è vita solo se tu sei Cielo»

Vere “sentinelle del mattino”, come Giovanni Paolo II, ideatore delle Giornate mondiali della gioventù, definì i giovani, gli oltre 700 ragazzi e ragazze che tra sabato e domenica hanno partecipato alla Gmg diocesana, nel complesso del santuario del Divino Amore, a Castel di Leva. E che ieri mattina, 20 novembre, hanno preso parte alla Messa conclusiva alle 5 del mattino, nel santuario nuovo, presieduta dal cardinale vicario Angelo De Donatis, in un clima di preghiera fatto anche di canti animati dal battito delle mani, a dire la gioia di essere insieme, al di là del sonno e della stanchezza per una notte trascorsa a fare festa ma anche a pregare.

«Per voi, cari amici, il Paradiso sarà tra poco mettere la testa su un bel cuscino e addormentarvi per recuperare forza – ha detto il cardinale nella sua omelia, guardando al brano evangelico di Luca per la festa di Cristo Re -, ma mi piace condividere con voi pochi pensieri» per comprendere «che cos’è il Paradiso che oggi nel Vangelo Gesù ci promette». Rivolgendosi direttamente a ciascuno di loro, De Donatis ha spiegato ai giovani che «il Paradiso è una vita piena, riuscita; è percepire una pienezza che ci appaga e non ci delude» e «penso che se sei qui e hai voluto partecipare a questa notte d’incontro è perché hai sete di Cielo, hai sete di Paradiso», cioè «sogni una vita in cui puoi toccare con mano una sorgente d’acqua sempre feconda, sogni una vita dove il vivacchiare non ti appartiene. Senti di vivere e ti accorgi che è vita solo se tu sei Cielo».

Ancora, il porporato ha esortato ciascuno dei presenti a «non rimanere fermo» perché «il Cielo vuole gente che abbia fretta e il Signore ti chiede di imitare una ragazza, la sua mamma, che appena ha fiutato il Cielo si è messa in piedi, di fretta e ha cominciato a correre, a salire le montagne per servire una cugina anziana e arrivare solo per questa via al Paradiso». Riprendendo quindi l’icona evangelica della visita premurosa di Maria alla cugina Elisabetta, che orienterà la XXXVIII Giornata mondiale della gioventù di Lisbona – in programma dal 1° al 6 agosto – e a cui ha fatto capo anche la tappa diocesana di preparazione all’evento maggiore, De Donatis ha detto a ogni ragazzo e ragazza presenti di correre «in fretta, perché oggi c’è un Volto festoso, quello di Cristo Gesù, che ti regala gioia piena, in abbondanza». Quindi, offrendo Maria come modello ha continuato: «La sua fretta è come quell’urgenza che un uomo e una donna sentono promettendosi di amarsi tutta la vita; è come la gioia incontenibile che un ragazzo ha di regalare la sua vita come sacerdote; come quella di una ragazza che sa portare nel mondo il profumo dell’offerta di tutta la sua vita» perché «il Paradiso è essere con Lui, è gustare la Sua compagnia», ma «per vivere così, caro amico, devi alzarti , lasciare il tuo egoismo e le tue sicurezze e gettarti verso una novità che non ti deluderà mai».

Concludendo, il cardinale vicario ha auspicato che «i giovani di Roma siano ragazzi di “sì” coraggiosi» e che «la nostra città sia, grazie al vostro “sì”, oggi, uno spazio di Paradiso». Al termine della Messa, portando il suo ringraziamento, don Alfredo Tedesco, direttore del Servizio di pastorale giovanile del Vicariato, si è detto «convinto di avere toccato con mano il Paradiso questa notte, con questi giovani, per il momento bello e speciale che abbiamo vissuto insieme». A confermarlo, le voci dei ragazzi, come quelle di Silvia e Ludovico, che nel corso della notte si erano detti «felici per questa esperienza molto bella, che proprio la notte sta rendendo più magica, specie con la fiaccolata al santuario antico», perché «è stato un momento in cui ci siamo resi conto che la Chiesa esiste e che io sono parte della Chiesa». Anche Francesco, della parrocchia San Gregorio Magno, ha parlato di «un’esperienza molto bella, e poi è la prima Gmg per me», mentre Stefano, della parrocchia di Santa Chiara e membro dell’equipe di Pastorale giovanile, ha evidenziato che «insieme ci siamo divertiti ma siamo andati anche in profondità: di più non potevamo chiedere e desiderare».

21 novembre 2022