David Sassoli, «uomo del sorriso», con «la passione per la democrazia e per l’Europa»
Il ricordo della presidente della Commissione Ue Von der Leyen, a Roma per la presentazione del volume che raccoglie i suoi discorsi durante il mandato alla guida dell’Europarlamento, curato da Claudio Sardo, con la prefazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella
«Un uomo con una passione per la democrazia e per l’Europa». La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha ricordato così David Sassoli, il presidente del Parlamento europeo scomparso ll’11 gennaio 2022. L’occasione: la presentazione, ieri, 9 gennaio, a Roma, del volume “David Sassoli. La saggezza e l’audacia. Discorsi per l’Italia e per l’Europa”, curato da Claudio Sardo.
Salutata la famiglia – la vedova Alessandra Vittorini e i figli Livia e Giulio – e le autorità, a cominciare dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che firma la prefazione del libro, Von der Leyen ha ricordato anzitutto la visita al campo di concentramento di Fossoli, nell’estate 2021, a cui era stata invitata proprio dall’allora presidente del Parlamento europeo. «Il discorso di David a Fossoli era una lettera d’amore per l’Europa. La nostra Unione, disse, è nata in risposta all’orrore dell’Olocausto e della guerra. Quindi rivolse una domanda: “Vi siete mai chiesti perché i regimi autoritari, tutti, temono così tanto l’Europa? Non facciamo la guerra, non imponiamo il nostro modello. E allora, perché si preoccupano di noi? Vi è un solo motivo – la risposta -. I valori europei mettono paura, perché le libertà consentono uguaglianza, giustizia, trasparenza, opportunità, pace. E se è possibile in Europa, è possibile ovunque. Non dimentichiamoci di quello che siamo, di quanta voglia di Europa vi è nel mondo”». Questo, ha evidenziato la presidente della Commissione europea, «accadeva mesi prima che la Russia cominciasse la sua guerra di aggressione contro l’Ucraina, un Paese e un popolo che avevano deciso di abbracciare i valori europei. Oggi sembra una profezia».
Di Sassoli, Von der Leyen ha scelto di ricordare «tre cose che mi hanno sempre colpita e che vorrei condividere con voi oggi». Anzitutto, «il suo profondo senso della storia». David, ha evidenziato, «era un uomo dalla lunga memoria. Ed è questo che ha alimentato la sua passione per l’Europa. Sapeva esattamente cosa era accaduto prima della nostra Unione. Lo sapeva da suo padre, che aveva combattuto nella Resistenza». Ancora, «lo sapeva dalla sua gioventù», di cui ha ricordato la militanza ne La Rosa Bianca, in memoria dei giovani tedeschi che si opposero con coraggio al nazismo. «Non si stancava mai di parlare degli orrori della seconda guerra mondiale e del coraggio visionario di coloro che hanno costruito la nostra Europa unita. Sentiva la responsabilità non soltanto di preservare la memoria del nostro passato, ma anche di impedire a quel passato di tornare».
David – ancora le parole di Von der Leyen – «credeva nella democrazia europea. Credeva nel ruolo vitale del Parlamento europeo, inteso come Casa della democrazia europea». Allo stesso tempo, «sapeva che la democrazia è fragile e che deve essere protetta dai nemici interni come da quelli esterni. Non avrebbe mai tollerato la corruzione, né tra i ranghi dei deputati né all’interno di alcun organo direttivo. Se fosse qui, lotterebbe con tutto il suo vigore per l’onestà e contro le ingerenze straniere nella nostra democrazia, proprio come stanno facendo gli attuali vertici del Parlamento europeo».
Il secondo pensiero: «Forse è a causa del suo senso della storia che David ha sempre capito quando era il momento per noi, leader europei, di intervenire per plasmarne il corso». Anche grazie al suo passato di giornalista, «percepiva sempre quando i tempi erano maturi per un cambiamento. È quanto traspare dai suoi discorsi al Consiglio europeo, nella sezione conclusiva di questo libro», ha rilevato la presidente dell’esecutivo comunitario. L’esempio: il sopraggiungere della pandemia, quando «ha fatto sentire la voce della saggezza in seno al Consiglio europeo», ma anche «il vertice cruciale in cui abbiamo raggiunto un accordo su NextGenerationEu, la nostra proposta relativa al piano per la ripresa dell’Europa. David non era soltanto un arguto oratore, ma un raffinato politico. Capiva i meccanismi della politica e le logiche del potere. Ma chiunque poteva vedere che era entrato in politica per passione e non per sete di potere. E questa sua caratteristica è ciò che lo ha reso così credibile e autorevole».
Il terzo e ultimo ricordo: «Il suo sorriso e i suoi occhi limpidi. David – ha ricordato Von der Leyen – era un uomo gentile. “Il presidente buono”, come l’hanno definito. E anche se non ha mai perso il sorriso, sapeva combattere per quello in cui credeva». Per la giustizia sociale «nei difficili mesi della pandemia»; per «la solidarietà all’interno della nostra Unione». Anche per questo, «è stato persino dichiarato persona non grata dalla Russia per la sua posizione inequivocabile in materia di diritti umani. David – ha continuato la presidente della Commissione Ue – era davvero buono e coraggioso, saggio e audace, e non avreste potuto scegliere titolo migliore per riassumere la sua vita e il servizio che ha reso alla nostra Unione». Quindi, una nota personale: «Dopo ogni incontro, al momento di congedarci, David mi diceva sempre, in francese: “Bon courage”. Io oggi vorrei estendere quell’augurio a tutti noi affinché possiamo trovare lo stesso coraggio che aveva David. Il coraggio di difendere i nostri valori. Il coraggio di portare avanti le sue battaglie. Il coraggio di guardare al futuro, proprio come ha fatto lui».
Interventi alla presentazione anche Romano Prodi, il segretario del Partito democratico Enrico Letta, il giornalista e scrittore Paolo Rumiz, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, e il giornalista Claudio Sardo, che ha curato il volume. «La guerra in Ucraina ha reso ancora più importante il passo in avanti dell’Europa», ha osservato Prodi. «David ha cambiato la storia – gli ha fatto eco Letta -: tenendo aperto il Parlamento europeo durante la pandemia ha consentito di fare quel miracolo rappresentato da Next Generation Eu». Anche Tajani è intervenuto ricordando: «David ha dato l’anima per le istituzioni comunitarie. Sono molto grato a lui. Pur militando su fronti differenti io e David Sassoli abbiamo difeso il Parlamento europeo e l’istituzione democratica dell’Unione europea».
10 gennaio 2023