Dall’Ue 1.185 soccorritori in Turchia e Siria
Attivato il meccanismo di protezione civile europeo. Squadre offerte da 19 Stati membri, insieme ad Albania e Montenegro. In Siria, finanziate le organizzazioni umanitarie
Il bilancio del terremoto che alle 4.17 di ieri, 6 febbraio, ha devastato Turchia e Siria ha già superato i 5mila morti e si aggrava di ora in ora. In migliaia sono ancora intrappolati sotto alle macerie, ma le strade interrotte frenano i soccorsi, che comunque si stanno muovendo da tutto il mondo. In una nota diffusa oggi, 7 febbraio, da Bruxelles, la Commissione europea informa che dopo l’attivazione del meccanismo di protezione civile dell’Ue, 19 Stati membri dell’Unione (Austria, Bulgaria, Croazia, Cipro, Cechia, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna), insieme ad Albania e Montenegro, hanno offerto squadre in coordinamento con il Centro per la risposta alle emergenze dell’Ue e con le autorità turche.
«25 squadre di ricerca e soccorso si stanno dirigendo verso le aree più colpite in Turchia per aiutare i primi soccorritori sul campo – si legge nel testo -, 11 squadre sono già arrivate. Inoltre, 2 squadre mediche sono state inviate tramite il meccanismo di protezione civile dell’Ue per fornire assistenza sanitaria di emergenza alle persone colpite. In totale, i Paesi europei hanno finora offerto 1.185 soccorritori e 79 cani da ricerca. Questi numeri potrebbero aumentare ulteriormente». Costituita anche «una squadra di esperti della protezione civile europea provenienti da 11 Stati membri che sono stati immediatamente inviati in Turchia per sostenere le operazioni».
In Siria invece l’Unione europea «è in contatto con i suoi partner umanitari sul campo e finanzia organizzazioni umanitarie che svolgono operazioni di ricerca e soccorso, fornendo al contempo acqua e servizi igienico-sanitari e distribuendo coperte e articoli per l’igiene nelle zone colpite. Stanno anche valutando il livello di danni e le esigenze all’interno della Siria all’indomani del terremoto per adattare la loro risposta». L’Ue, evidenziano ancora dalla sede della Commissione, «sta valutando tutte le opzioni praticabili per dispiegare risorse aggiuntive all’interno della Siria a sostegno delle popolazioni colpite».
7 febbraio 2023