«I buchi neri effettivamente esiston,o come predetto dalla teoria della relatività generale di Einstein». Il padre gesuita Guy Consolmagno, direttore della Specola Vaticana, commenta con queste parole la prima fotografia di un buco nero, al centro della galassia M87, nell’ammasso della Vergine, con la massa di sei miliardi e mezzo quella del nostro Sole, realizzata dal consorzio “Event Horizon Telescope”. Uno straordinario successo di scienza e di tecnologia. Ciò che si vede è la sfera scura, circondata da un anello rosso di gas ad altissima temperatura che precipita verso il gorgo. E si vede non com’è adesso ma com’era 55 milioni di anni fa, vale a dire il tempo che ci ha messo la sua luce a raggiungerci.

Si aprono «nuovi orizzonti nell’esplorazione della natura nella sua forma più estrema», prosegue il direttore della Specola. Osservare i buchi neri significa infatti guardare direttamente la materia in condizioni estreme, come quelle del Big Bang da cui ha avuto origine l’Universo, e proprio per questo la speranza è che possa aiutare a capire la natura delle forze fondamentali che governano il cosmo. Non solo. Per Consolmagno la fotografia ottenuta «è un tributo a come persone provenienti da molte nazioni e culture possono collaborare, lavorando minuziosamente verso il raggiungimento di un obiettivo comune». L’immagine senza precedenti infatti è il risultato del progetto internazionale Event Horizon Telescope (Eht), al quale l’Italia partecipa con l’Inaf, l’Istituto nazionale di astrofisica, e l’Infn, l’Istituto nazionale di fisica nucleare. Otto radiotelescopi disseminati in tutto il mondo sono stati puntati insieme, a costituire l’equivalente di un unico telescopio virtuale. Ci sono voluti anni di osservazioni e 14 milioni di euro di finanziamento del Consiglio europeo delle ricerche. Il risultato ha fatto il giro del mondo in pochi minuti. Pubblicato in un numero speciale della rivista “Astrophysical Journal Letters”, è stato annunciato in sei conferenze stampa in Europa, Usa, Cile, Cina e Giappone.

«Oggi si apre la prima pagina di un libro incredibile, nel quale è possibile realizzare osservazioni sempre più accurate di questi oggetti previsti un secolo fa da Albert Einstein», commenta Luciano Rezzolla, direttore dell’Istituto di fisica teorica di Francoforte e membro del comitato scientifico che ha realizzato la foto e l’analisi teorica dei risultati. Il presidente del Consiglio scientifico dell’Eht invece è Heino Falcke, ex studente della scuola estiva della Specola Vaticana del 1993, a cui vanno le congratulazioni di padre Consolmagno.

11 aprile 2019