Dall’Iraq la condanna del patriarca Sako agli attentati di Baghdad

«È stata veramente una strage. Un’offesa per tutta l’umanità”: queste le parole del messaggio ai «fratelli musulmani» per la fine del Ramadan

 

Un messaggio di pace ma anche un invito alla riflessione è quello che il patriarca caldeo Louis Raphael I Sako ha indirizzato ai «fratelli musulmani» per la festa di Eid al-fitr, che segna la fine del Ramadan, a pochi giorni dal duplice attentato suicida di domenica 3 luglio a Baghdad, il più sanguinoso degli ultimi anni, rivendicato dal sedicente Stato islamico, che ha provocato, secondo l’ultimo aggiornamento di questa mattina, 6 luglio, 250 morti, tra cui molti bambini e ragazzi: secondo i media iracheni, il più sanguinoso attacco in Iraq dal 2007. Preso di mira il quartiere centrale di Karrada, nella zona est di Baghdad, piuttosto frequentata e piena di negozi, dove è avvenuto il primo attacco, poco dopo la mezzanotte. Testimoni raccontano che a quell’ora le strade del centro erano piuttosto affollate di persone che si accingevano a interrompere il digiuno, nel mese sacro del Ramadan che volge al termine. La rivendicazione da parte dell’Isis è arrivata con un comunicato postato sul web: i combattenti Isis hanno precisato di aver deliberatamente preso di mira i musulmani sciiti colpendo in modo indiscriminato sia le famiglie, sia i giovani che poco prima della mezzanotte si erano riversati per le strade per festeggiare l’interruzione del digiuno. Il secondo attacco è avvenuto a pochi minuti di distanza, intorno alla mezzanotte, in una zona a maggioranza sciita: un ordigno è stato fatto esplodere lungo una strada vicino al mercato del quartiere popolare sciita di al-Shaab, a nord della Capitale, uccidendo almeno 5 civili.

«Condanniamo questi attacchi, è stata veramente una strage – le parole di Sako -. Tante famiglie sono distrutte. Sono andato a pregare sui luoghi degli attentati e ho acceso delle candele insieme ad alcuni preti. C’era una donna che ha detto: “Ho perso sette figli”. È dunque una cosa terribile, un’offesa per tutta l’umanità, contro tutti i valori». Un’offesa perpetrata a meno di una settimana dalla riconquista della città di Falluja, roccaforte dell’Isis, da parte delle forze di sicurezza irachene con il sostegno della coalizione a guida Usa. Raggiunto dai microfoni di Radio Vaticana il patriarca ha riferito che «anche i fedeli delle nostre parrocchie, uno dopo l’altro, sono andati a pregare: più di cento persone – donne, suore, uomini – hanno camminato per venti minuti a piedi, per pregare e mostrare a tutti la nostra presenza, vicinanza e solidarietà verso tutte queste famiglie». Per Daesh, ha evidenziato ancora Sako, «la geografia è finita. Pensano alla loro ideologia secondo la quale il mondo intero è di loro dominio. Vogliono attaccare qualsiasi posto e città e uccidere più persone possibili, per provocare. Penso che tutto il mondo debba fare qualcosa per sconfiggere tale ideologia, non solo attraverso azioni militari, ma anche con una nuova cultura per l’islam, un islam moderato».

6 luglio 2016