Dalle zone terremotate a Roma: riparte “Il treno dei bambini”
L’iniziativa, alla quinta edizione, porterà 400 ragazzi di Norcia, Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto all’incontro con Papa Francesco, il 3 giugno
L’iniziativa, alla quinta edizione, porterà 400 ragazzi di Norcia, Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto all’incontro con Papa Francesco, il 3 giugno
Riparte dalle zone terremotate del centro Italia Il treno dei bambini, l’iniziativa promossa dal Cortile dei Gentili in collaborazione con Ferrovie dello Stato italiane, per regalare una giornata speciale anche a bambini meno fortunati. Il prossimo 3 giugno infatti 400 bambini provenienti da Norcia, Accumoli, Amatrice e Arquata del Tronto arriveranno in Vaticano a bordo di un Frecciarossa 1000 Trenitalia per incontrare Papa Francesco. Ad accoglierli ci saranno i coetanei dell’associazione “Sport senza frontiere” e dell’Orchestra Maré do Amanhã di Rio de Janeiro. Nel corso dell’incontro sarà donato al Papa il libro “Noi su questa terra che balla… a proposito di terremoti”, edito da L’Io e il mondo di TJ, che affronta il tema del sisma con un linguaggio adatto ai più piccoli.
L’obiettivo è quello di «creare una base culturale in modo accattivante, non pretenzioso, fluido e comprensibile perché, in caso di terremoti, se si riesce a padroneggiare il panico si può fare un salto culturale importante», ha spiegato intervenendo questa mattina, 16 maggio, alla conferenza stampa di presentazione Demetrio Egidi, autore del volumetto insieme a Emilio Rebecchi e Jaia Pasquini. Per Egidi, «bisogna creare una cultura scientifica per avere comportamenti virtuosi». Di «prevenzione» e «cooperazione» tra pubblico e privato ha parlato anche Pierluigi Stefanini, presidente del Gruppo Unipol che ha contribuito alla realizzazione del libro che sarà distribuito gratuitamente ai bambini.
A spiegare il senso generale dell’iniziativa, il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura. I bambini, ha detto, «devono diventare testimoni per gli adulti della necessità di custodire il creato». L’evento del 3 giugno, che avrà il suo clou nell’incontro con Papa Francesco, «è centrato sulla figura del bambino che – ha spiegato – ha una sensibilità straordinaria nel riuscire a vivere e ad elaborare più dell’adulto le esperienze spesso tragiche e può insegnare molto agli adulti stessi». Anche sul tema del terremoto, sul quale «si è detto tutto, c’è l’impegno della politica e della società – le parole del porporato -; forse ora bisognerebbe iniziare a considerare i fenomeni naturali come componenti esistenziali e non come accidenti esterni». Ravasi ha evidenziato che «non è vero che le catastrofi sono inevitabili, ma in molti casi possono essere superate attraverso la scienza e la conoscenza».
Riguardo alla presenza del Papa, che «ha accettato con entusiasmo e si diverte molto con i ragazzi», il presidente del Pontificio Consiglio della cultura ha specificato che «è importante anche per far alzare il discorso verso temi alti». In ogni caso, ha concluso, questa iniziativa rappresenta «un’iniezione di speranza, oltre che una spina nel fianco degli adulti perché imparino che non è importante solo curare le ferite ma è necessario creare, perfino attraverso il gioco, i simboli, una apertura di orizzonti, la speranza che è strutturale al bambino».
È tornato sul tema della prevenzione anche il presidente del Senato Pietro Grasso, anche lui alla presentazione dell’iniziativa, secondo cui «eventi naturali ineluttabili, quali appunto i terremoti ed altre calamità in genere, pur nella loro imprevedibilità, rappresentano fenomeni con i quali alcuni Paesi come il nostro possono convivere». In particolare le istituzioni, ha proseguito, «hanno il compito di promuovere la diffusione nelle scuole di programmi di educazione civica, intesa non solo come il pur importante approfondimento dell’organizzazione della nostra società, ma anche di una modalità di approccio agli eventi naturali, rispettosa delle caratteristiche del territorio». E ha ricordato il progetto “Casa Italia”, incentrato «sulla necessità di programmare l’utilizzo del suolo e l’attività edilizia in maniera rispettosa dell’assetto geomorfologico del territorio».
Anche la stessa opera di ricostruzione «è spesso un’opportunità per migliorare, un’occasione per fare al meglio e garantire che le opere rimangano e offrano maggiore sicurezza», ha incalzato il presidente del Senato, lodando il lavoro svolto dagli operatori e dai volontari della Protezione civile, oltre che «delle forze armate, delle forze di polizia, dei Vigili del fuoco e di tutti i tutori dell’ordine e della sicurezza pubblica». Quindi ha auspicato che siano i giovani «a tutelare e valorizzare l’inestimabile patrimonio culturale e naturalistico del nostro Paese, nell’ottica di una rispettosa e diligente custodia volta a trasmetterlo intatto e, se possibile, ancor più valorizzato alle generazioni che seguiranno».
16 maggio 2017