Dalle piastrine una cura per artrosi e patologie tendinee

Possono essere trattate senza il bisturi, con un ciclo di iniezioni di gel piastrinico, un derivato del sangue con capacità antinfiammatoria e cicatrizzante

Artrosi al ginocchio, anca e caviglia, ma anche le patologie tendinee possono essere trattate senza il bisturi. Spesso basta un ciclo di iniezioni di gel piastrinico: un derivato del sangue con capacità antinfiammatoria e cicatrizzante. Le piastrine, infatti, sono le cellule che entrano in funzione appena ci facciamo un taglio sulla pelle e formano in seguito una cicatrice. Lo stesso concetto può essere utilizzato per tutte quelle strutture lesionate che hanno bisogno essere rimarginate.

Un esempio è l’artrosi, che colpisce le strutture cartilaginee, ovvero le membrane prive di vasi sanguigni che coprono le ossa e permettono all’articolazione di muoversi senza dolore. Quando la cartilagine si usura, per motivi riconducibili all’età o a traumi, lavora male e si consuma fino al punto di far esporre l’osso: più l’osso si espone, più il dolore aumenta.

Ed è proprio quando si inizia a manifestare sofferenza a carico dell’articolazione che arriva il momento di sottoporsi a una visita ortopedica per procedere con la diagnosi. Sarà infatti l’ortopedico a prescrivere gli esami da fare, come per esempio la radiografia e la risonanza magnetica. Questi due esami, infatti, permettono di capire il grado di danno dell’articolazione e quindi il tipo di terapia da attuare.

gel piastrinico artrosiPer prima cosa si procede con delle iniezioni di acido ialuronico, un nutriente che ridà elasticità e lubrifica l’articolazione, un po’ come l’olio in una serratura. Quando poi l’acido ialuronico non ha più effetto si ricorre al gel piastrinico. In questo caso, il paziente viene prima sottoposto a una visita dall’ematologo per valutare possibili controindicazioni: è il caso di soggetti con patologie tumorali o che assumono farmaci anticoagulanti. Dopodiché viene prelevato il sangue e diviso in tre aliquote, corrispondenti alle infiltrazioni che il paziente dovrà fare. Il sangue viene dunque congelato e iniettato dall’ortopedico in tre volte a distanza di una settimana.

La risposta al trattamento – l’area di Ortopedia e traumatologia con la collaborazione del centro trasfusionale dell’Università Campus Bio-Medico è tra i pionieri nello studio degli effetti del plasma ricco di piastrine per questo trattamentoè individuale e dipende dalla risposta biologica dell’organismo, ma di solito il miglioramento clinico inizia da uno a sei mesi dopo l’ultima infiltrazione. Negli stadi più avanzati si può procedere con la somministrazione contemporanea di gel piastrinico e acido ialuronico, in modo tale da avere sia l’effetto lubrificante, sia quello cicatrizzante e antinfiammatorio (Rocco Papalia, direttore U.O.C. Ortopedia e Traumatologia)

10 marzo 2020