Dalle battaglie sui diritti alla politica: Ciani, Cucchi e Soumahoro eletti in Parlamento

L’obiettivo: «Continuare a essere la voce degli ultimi». Tra gli esclusi Rossini, portavoce dell’Alleanza per la povertà, e il presidente dell’Unione italiana ciechi Barbuto

«Era il 3 novembre 2009. Mi trovavo in Senato per ascoltare il ministro Alfano che era stato chiamato a riferire su come e perché fosse morto Stefano Cucchi, quando era in stato di arresto, nelle mani dello Stato. Momenti terribili. Ora tornerò lì da senatrice. Sono consapevole della gravità del momento storico che sta vivendo il mio Paese ma non dovrò avere timore. Stefano sarà con me. So che è fiero di me e che mi sta dicendo che dovrò mantenere le promesse fatte a coloro che hanno avuto fiducia in me. Dovrò continuare a essere la voce degli ultimi. Siamo Umanità in marcia». Con queste parole Ilaria Cucchi ha salutato la sua elezione al Parlamento italiano nelle fila di Sinistra italiana-Verdi. Nello stesso partito è stato eletto anche Aboubakar Soumahoro, leader della Lega dei braccianti. «Il nostro sogno approda in Parlamento», ha commentato sui social con l’hashtag #primagliesseriumani.

Tra gli eletti nella tornata del 25 settembre anche Paolo Ciani (Partito democratico), che ha un lunghissimo percorso nella Comunità di Sant’Egidio. «Nel cuore di Roma abbiamo vinto bene e in una notte buia per tanti motivi possiamo dire che un raggio di sole c’è stato. Grazie di cuore a tutti: lavorerò con voi per la nostra città e il nostro Paese», è stato il suo primo commento. Non ce l’ha fatta invece il portavoce dell’Alleanza per la povertà Roberto Rossini, candidato a Brescia per il Partito democratico. Resta fuori dal Parlamento anche Mario Barbuto, presidente dell’Unione italiana ciechi, che correva per la Lega a Palermo.

27 settembre 2022