Dall’Amci un “no” al figlio ad ogni costo

I medici cattolici italiani intervengono nel dibattito su unioni civili e maternità surrogata. «L’unico soggetto senza diritti è il più piccolo dei piccoli»

C’è l’assoluto rispetto per la dignità della vita che nasce al centro dell’intervento dei medici cattolici italiani «nel pieno dibattito sulle unioni civili, sul figlio ad ogni costo, sulla maternità surrogata e sul “caso Vendola”». Lo afferma in una nota il presidente nazionale dell’Amci (Associazione medici cattolici italiani) Filippo Maria Boscia, rivendicando che «ogni modo sostitutivo e unilaterale di intendere la riproduzione va a schiacciare le armonie biologiche che la natura ci ha concesso».

Per Boscia, «è intollerabile che il diritto al figlio venga celebrato prima di tutto, oscurando lo sfruttamento delle donne e volutamente ignorando il destino dei più piccoli, innocenti senza voce». Secondo il presidente Amci, che ribadisce l’intenzione ferma di «non demonizzare alcuna persona», «l’unico soggetto ferito, senza reali diritti, è il più piccolo dei piccoli», mentre «forse la piu’ grande forma d’amore è la rinunzia ad un figlio a ogni costo».

Sicuramente, conclude Boscia, «ogni sradicamento, ora e nel futuro, renderà difficile l’acquisizione del diritto inalienabile che quel bimbo appena nato ha di riconnettersi totalmente alla verità del nascere». A questi, «ma anche alle madri coinvolte nei “prestiti”», termina la nota, forse «dovremmo chiedere perdono a nome dell’umanità per averli coinvolti in questa angosciosa forma d’amore».

1° marzo 2016