Dall’Aiart la sfida alla tv generalista: rendere gli spettatori protagonisti

La denuncia di una trasmissione in prima serata con riferimenti espliciti a incesto e pedofilia. Padula: «Invitiamo i genitori a vigilare sempre più»

La denuncia di una trasmissione in prima serata con riferimenti espliciti a incesto e pedofilia. Padula: «Invitiamo i genitori a vigilare sempre più»

C’è la rete ammiraglia del gruppo Mediaset al centro della denuncia lanciata dall’Aiart (Associazione spettatori di ispirazione cattolica): martedì 2 marzo alle 22, ancora orario da prima serata, andava in onda una scena di sesso esplicito a tre. Il film in questione è “Knock Knock”, informano dall’associazione; protagonisti: un padre di famiglia (Keanu Reeves) sedotto, incastrato e rovinato da due ragazzine senza scrupoli.

«Mentre Google lancia Kiddle, il motore di ricerca dedicato ai più piccoli che li tutela da potenziali contenuti dannosi – spiega il presidente Massimiliano Padula – Canale 5 trasmette un film violento con riferimenti espliciti all’incesto e alla pedofilia. E lo fa in prima serata mancando di rispetto al suo pubblico familiare e per di più eludendo ogni forma di controllo». Il riferimento di Padula è al Parental control e bollino rosso, entrambi assenti dalla pellicola trasmessa ieri.

Una scelta, quella dell’emittente, dalla quale l’Aiart si dissocia, invitando i genitori «a vigilare sempre di più e, se necessario, a spegnere una televisione che, anziché sperimentare innovazione o tentare di educare, preferisce scadere nel trash più volgare, pensando di poter raccattare ascolti con colpi bassi che oggi appaiono fuori luogo», continua il presidente. Padula evidenzia anche «il continuo livellamento verso il basso dei contenuti proposti delle varie emittenti e l’assoluta inconsistenza degli organismi di controllo».

L’auspicio è che le agenzie educative, dalle scuole alle associazioni fino alle parrocchie, possano «dare un contributo alla predisposizione dei palinsesti della Tv». Una sfida «ambiziosa», la definisce Padula, ma che potrebbe limitare la migrazione degli spettatori sul web, sostendo quindi i media tradizionali, sempre più in crisi. «Soltanto con un sistema integrato – le parole di Padula – lo spettatore potrà essere sempre più protagonista».

2 marzo 2016