Una sorta di “Erasumus associativo” per facilitare l’integrazione dei giovani studenti e lavoratori che si trovano in un altro Paese europeo in un gruppo di Ac del Paese di destinazione, «favorendo la costruzione dei ponti tra la diocesi italiana di partenza e quella del Paese arrivo». È il progetto “Un’Ac che si muove”, promosso dalla presidenza nazionale dell’Azione cattolica italiana. «Questa iniziativa – spiegano dall’associazione – nasce da un’analisi della realtà giovanile nelle nostre città e nelle nostre Ac diocesane. Sappiamo come negli ultimi decenni il programma Erasmus+ ha dato origine ad una vera e propria “Generazione Erasmus”, capace di costruire relazioni e di dare vita a progetti transnazionali, sulla base di valori ed idee comuni».

Per venire incontro ai giovani di Ac che vivono la mobilità europea, la proposta è di comunicare alla presidenza nazionale che si è in partenza compilando il modulo disponibile online. Alle diocesi con sedi universitarie sul territorio viene chiesto invece di dare disponibilità per un’“accoglienza associativa” ai giovani di altri Paesi. È già partita la collaborazione con le presidenze nazionali di Ac di Malta, Spagna e Romania per assicurare «una continuità del percorso formativo e di servizio», si legge in una nota diffusa dall’Ac, da condividere poi al ritorno in Italia con la propria realtà di partenza.

16 luglio 2019