Dalla Tunisia un “no” all’intervento in Libia

Padre Jawad Alamat, Pontificie opere missionarie: «Un attacco destabilizzerebbe un governo già debole. Molti terroristi scapperebbero in Tunisia»

Padre Jawad Alamat, Pontificie opere missionarie: «Un attacco destabilizzerebbe un governo già debole. Molti terroristi scapperebbero in Tunisia» 

Diverse voci stanno levando, in questi giorni, dalla Tunisia in opposizione al possibile intervento in Libia contro obiettivi Isis. Una di queste appartiene a padre Jawad Alamat, direttore nazionale delle Pontificie opere missionarie della Tunisia che, a colloquio con l’agenzia Fides, ha sottolineato che un possibile intervento desterebbe molta preoccupazione.

«La Tunisia è già fragile internamente a causa della situazione economica e sociale. Un intervento esterno in Libia rischia di avere serie ripercussioni anche sulla Tunisia» ha spiegato padre Jawaad. «Abbiamo già colto i primi segnali inquietanti. Proprio ieri alcuni terroristi che volevano entrare in Tunisia dalla Libia sono stati uccisi dalle forze di sicurezza».

«Quindi la Tunisia che si trova in una situazione fragile a causa della sua instabilità interna, non vuole assolutamente che la crisi libica precipiti e debordi oltre i suoi confini. Per questo, da quello che ho potuto comprendere, il governo di Tunisi non è d’accordo su un eventuale intervento militare esterno in Libia e spinge per un dialogo politico per venire a capo della crisi che sta attraversando il nostro vicino» ha concluso padre Jawaad.

 

4 marzo 2016