Dalla Sapienza il dottorato honoris causa alla senatrice Liliana Segre

L’occasione: l’inaugurazione dell’anno accademico, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella. «È bello insegnare ai ragazzi a non odiare»

Un dottorato di ricerca honoris causa in Storia dell’Europa. La Sapienza di Roma ha manifestato così il suo apprezzamento verso la senatrice a vita Liliana Segre, testimone della Shoah, assegnandole il riconoscimento in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico ieri, 18 febbraio, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella e di molte alte cariche delle istituzioni.

«Quando sono entrata in Senato – ha ricordato Segre – l’unica cosa che potevo fare era combattere tutto quello che ha segnato per sempre la mia vita. Non c’è limite all’odio né all’indurre a odiare. Tantissimi possono essere i modi, le ragioni. È bello insegnare ai ragazzi a non farlo». Nella sua lectio magistralis – sul tema “La storia sulla pelle” -, testimonianze dall’orrore ma anche riferimenti valoriali e richiami all’impegno. «Affrontando una giornata come questa, così umanamente e privatamente importante – ha detto – non posso che ricordare tra tanti professori incontrati nella vita, un povero professore francese prigioniero come me che faceva l’operaio schiavo. Lui vedendomi mi chiese che classi avessi fatto perché lui era un docente di storia. Io facevo la seconda media, gli spiegai. Mi disse: “Proviamo a essere io e te come eravamo, liberi”. Era un momento assoluto di libertà mentre eravamo vestiti a righe, denutriti. Eravamo liberi come si è liberi con la conoscenza».

Fu lo studio, ha spiegato quindi alla platea che la ascoltava, a ridarle nel dopoguerra la forza di ripartire, di riprendere un posto nel mondo. Un modo per riconnettersi anche alla figura del padre Alberto, deportato assieme a lei ma senza fare ritorno. «L’uomo più importante della mia vita», ha aggiunto.

19 febbraio 2020