Dalla Comunità di Sant’Egidio la 30ª “Guida Michelin dei poveri”

Il volumetto presentato da monsignor Marco Gnavi, insieme ai dati sulla povertà. L'emergenza abitativa e la proposta del cohousing. La campagna "A Natale aggiungi un posto a tavola"

Mario, Gianni e Cosimo erano tre senza fissa dimora che nelle notti d’inverno trovavano riparo a San Callisto: oggi vivono insieme in un appartamento preso in affitto grazie a un benefattore e aiutano altri senza tetto. Pasquale, 68 anni, dormiva all’aperto perché non sapeva nemmeno di avere diritto alla pensione mentre adesso abita in un condominio protetto, in un monolocale con bagno e cucina. Oreste era rimasto senza soldi e senza affetti dopo il divorzio ma adesso ha ricominciato a lavorare, affittato un’abitazione e ripreso i contatti con il figlio. Storie a lieto fine, grazie alla Comunità di Sant’Egidio. A raccontarle, monsignor Marco Gnavi, parroco di Santa Maria in Trastevere, nella conferenza stampa di questa mattina, 6 dicembre, durante la quale è stata presentata la trentesima edizione di “Dove mangiare, dormire, lavarsi”, la cosiddetta “Guida Michelin dei poveri”: 262 pagine di indirizzi utili ai senza dimora e a chi li aiuta durante tutto l’anno.

«Credo che queste esperienze non siano solo una risposta – ha detto il sacerdote – ma soprattutto un segno, perché attivano la fantasia, attivano le proposte e ci dimostrano che è sempre possibile fare qualcosa. C’è una grande fantasia creativa che è il contrario della freddezza burocratica». La Comunità trasteverina, nell’ultimo decennio, ha lavorato infatti per costruire una rete di cohousing innovativo, fondato su convivenze di anziani che risolvono insieme problemi economici e di solitudine, ex senza dimora accompagnati in un percorso di abbandono della strada, condomini protetti in cui ci si aiuta a vicenda. A Roma si tratta di oltre 70 convivenze che interessano più di 300 persone, ma ci sono esperienze analoghe a Genova, Napoli, Novara, Padova, Torino. Perché occorre «andare oltre l’emergenza freddo», sottolinea monsignor Gnavi, ricordando che «l’anno scorso nella Capitale d’Italia 15 persone hanno perso la vita per il freddo. Non lo vogliamo accettare, non lo possiamo accettare – dichiara -, né come società civile né come istituzioni, che possono fare di più».

(foto: Comunità di Sant’Egidio)

Ecco, allora, la proposta di Sant’Egidio: creare una nuova “Agenzia dell’abitare”, che riunisca le istituzioni, i costruttori, le associazioni. «La sinergia e un’Agenzia che sia di riferimento e metta insieme le energie migliori – rimarca il sacerdote – potrebbero prosciugare la strada». Ad oggi, a Roma sono circa 8mila le persone senza dimora, secondo i dati forniti dalla Comunità, delle quali tremila dormono all’aperto, in luoghi di fortuna; 2.500 circa in edifici abbandonati, baracche o macchine e altrettanti in centri di accoglienza notturna. Per loro, ma anche per tutte le fasce sociali vulnerabili, come gli anziani soli, le famiglie monocomponenti – il 44% di tutte le famiglie romane -, coloro che abitano in immobili occupati abusivamente, è pensato il “Dove”, stampato in 10mila copie e disponibile anche online. Le indicazioni contenute nella guida, come quelle su mense e centri di ascolto, «potranno permettere a chi vive in situazioni di estremo disagio di orientarsi non in una giungla ma in una città che abbraccia – sottolinea monsignor Gnavi -. Questa guida da una parte rivela e offre itinerari di soccorso, dall’altra ci dice che esiste un’effervescenza solidale che è uno stimolo, di cui noi non abbiamo mai estrema consapevolezza».

Il libretto verrà distribuito anche durante i pranzi di Natale che la Comunità organizza sia il 25 dicembre che durante le feste, coinvolgendo più di 18mila ospiti nelle parrocchie, negli istituti per anziani, nelle carceri. Per contribuire, è già partita la campagna “A Natale aggiungi un posto a tavola”; per informazioni: www.santegidio.org.

6 dicembre 2019