Dalla Commissione Ue un nuovo piano per l’inclusione dei migranti

Il progetto presentato dal vice presidente Margaritis Schinas (Promozione stile di vita europeo) e da Ylva Johansson (Affari interni). «Chi è in regola sia aiutato»

Presentato il 24 novembre in conferenza stampa il nuovo piano per l’integrazione e l’inclusione dei migranti che arriva dalla Commissione europea per il periodo 2021-2027. A illustrarlo il vice presidente Margaritis Schinas, commissario per la Promozione dello stile di vita europeo, e Ylva Johansson, commissaria per gli Affari interni.

«L’inclusione per tutti è l’incarnazione dello stile di vita europeo – le parole di Schinas -. Le politiche di integrazione e inclusione sono vitali per i nuovi arrivati e per le comunità locali, e contribuiscono a rendere coese le società e a rafforzare le economie». Il piano riconosce dunque «l’importante contributo offerto dai migranti all’Ue» e affronta «le barriere che possono ostacolare la partecipazione e l’inclusione delle persone provenienti da un contesto migratorio». Alla base, l’idea che «l’integrazione inclusiva richiede impegno da parte sia delle persone da integrare, sia della comunità ospitante».

Nelle parole del vice presidente della Commissione Ue, «chiunque abbia il diritto di soggiornare in Europa dovrebbe avere accesso agli strumenti di cui ha bisogno per realizzare in pieno il suo potenziale e assumere i diritti e gli obblighi che governano la nostra Unione». A oggi, si legge nel piano, sono circa 34 milioni – pari all’8% della popolazione – gli abitanti Ue nati al di fuori del territorio europeo. Il 10% dei giovani nati nell’Ue di età compresa tra i 15 e i 34 anni ha almeno un genitore nato in un Paese terzo. Proprio per questo, «una politica riuscita di integrazione e inclusione è parte essenziale di una politica ben gestita in materia di asilo – si legge nel documento -. È inoltre fondamentale per la coesione sociale e per un’economia dinamica che funzioni per tutti».

La strategia promossa dall’esecutivo Ue, che necessita dell’avallo di Parlamento e Consiglio, si basa dunque sul rispetto delle regole, sull’asilo, sulla sicurezza e sull’integrazione sociale e culturale, attraverso un «sostegno mirato e su misura». Il migrante, ha affermato Ylva Johansson, «è uno di noi, non uno di loro. Ognuno ha un ruolo da svolgere per rendere coese e prospere le nostre società». Integrazione e inclusione allora, ha spiegato, «consistono nell’ascoltare le comunità di migranti e assicurare che ciascuno possa godere dei suoi diritti, a prescindere dalla sua provenienza. Perché l’integrazione sia inclusiva – ancora le parole di Johansson – occorre dare a tutti gli stessi strumenti e lo stesso sostegno di cui hanno bisogno per contribuire alla società, in modo che i migranti possano realizzare in pieno il loro potenziale e le nostre società possano beneficiare delle loro forze e delle loro capacità».

Quattro le direttrici attorno alle quali si articola il piano: Istruzione e formazione inclusiva dalla prima infanzia all’istruzione superiore, maggiori opportunità di impiego e un migliore riconoscimento delle competenze, promozione dell’accesso ai servizi sanitari, alloggi adeguati a prezzi accessibili. Il piano, hanno spiegato i rappresentati della Commissione, «sarà attuato mobilitando finanziamenti dell’Ue e creando partenariati con tutti i soggetti coinvolti: migranti, comunità di accoglienza, parti economiche e sociali, società civile, autorità locali e regionali e settore privato». Le politiche di inclusione spettano agli Stati membri ma la Commissione può intervenire a supporto di tali politiche, anche con finanziamenti comunitari e linee-guida comuni tra i Paesi aderenti, per evitare che vi siano disuguaglianze nei trattamenti delle persone tra un Paese e l’altro.

26 novembre 2020