Dalla Cei 8mila Bibbie in dono per i detenuti di 100 carceri
Consegna nella Casa di reclusione di Paliano (Frosinone), con il segretario generale Baturi. «Segno di speranza». Don Grimaldi: «Strumento per la rinascita spirituale»
8mila Bibbie: è il dono della Cei ai detenuti di 100 istituti penitenziari italiani impegnati in percorsi spirituali, di formazione e catechesi. A consegnarle, simbolicamente, nella Casa di reclusione di Paliano (Frosinone), nell’ambito di una liturgia della Parola, è stato ieri, 28 marzo, il segretario generale della Conferenza dei vescovi Giuseppe Baturi, che le ha definite «un segno di fraternità e di speranza». Nelle parole dell’arcivescovo, «entrare in queste periferie umane è per noi un atto di fede: Gesù si identifica, continua ad identificarsi, con queste persone che chiedono di essere visitate. Per noi la visita significa farci presenti portando il tesoro più grande che abbiamo, la Parola di Dio, come segno di una nuova fraternità, della certezza che da qui si può ricominciare nella vita personale e sociale».
L’iniziativa – che vede la collaborazione dell’Ispettorato generale dei cappellani delle carceri e dell’associazione “Prison Fellowship Italia”, nata nel 2009 in seno al Rinnovamento nello Spirito per la promozione integrale dei detenuti e l’evangelizzazione all’interno degli istituti penitenziari – è stata compiuta non a caso alla vigilia della Pasqua: l’auspicio, ha spiegato il segretario generale della Cei, è che «possa rinascere vita laddove sembra albergare spesso il disagio o la disperazione. La Pasqua dice che è possibile sperare in una vita anche in quei luoghi che parlano di morte o di mortificazione. Noi crediamo in Cristo che libera da tutte le catene in tutti i contesti; ogni uomo ha diritto a ricevere questo annuncio».
La Bibbia, ha sottolineato don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani delle carceri d’Italia, «è uno strumento che offriamo per la rinascita spirituale dei detenuti, perché possano riprendere in mano la loro vita. La Parola di Dio aiuta a essere consapevoli del male fatto e a scoprire le potenzialità di ciascuno. Il progetto – ricorda – si inserisce in quel cammino di attenzione della Chiesa verso chi è stato privato della libertà personale e di incoraggiamento per quanti operano nelle carceri, che si concretizzerà a livello locale con iniziative di preghiera e sensibilizzazione».
Gratitudine alla Cei, infine, nelle parole di Marcella Clara Reni, presidente di “Prison Fellowship Italia”. «Attraverso alla Bibbia, i detenuti possono entrare nel mistero della salvezza che riguarda loro e le famiglie: conoscere Gesù, unico salvatore, li aiuta a pensare sé stessi e gli altri in modo nuovo – ha affermato -. Lo stiamo sperimentando con l’itinerario educativo chiamato “Il Viaggio del Prigioniero”, che presenta la figura di Gesù detenuto così come è raccontato nelle pagine del Vangelo di Marco».
29 marzo 2023