Dal patriarca Kirill, appello alla pace tra Armenia e Azerbaijan

Al centro del conflitto, il controllo del Nagorno-Karabakh. L’appello del Consiglio mondiale delle Chiese alla Turchia: «Mantenga ruolo neutrale»

Dopo l’appello di Papa Francesco all’Angelus di domenica scorsa, anche i leader delle Chiese cristiane si uniscono alle sue parole e a quelle di Karekin II, Catholicos di tutti gli Armeni, chiedendo che si compiano passi di pace per la risoluzione del conflitto tra l’Armenia e l’Azerbaijan in corso da anni per il controllo del Nagorno-Karabakh. Il patriarca Kirill da Mosca, informa l’ufficio stampa, «sta pregando per una rapida risoluzione pacifica del conflitto in Nagorno-Karabakh» e invoca il ruolo dei leader spirituali dei due Paesi, chiedendo loro di «compiere ogni sforzo per stabilire la pace». Da parte sua, il patriarca assicura che «la Chiesa ortodossa russa ha sempre fornito assistenza per mantenere il dialogo tra le comunità religiose di Armenia e Azerbaijan ed è pronta a continuare a svolgere questa missione».

Porta la data di ieri, 28 settembre, il comunicato diffuso dal Consiglio mondiale delle Chiese (Wcc), nel quale il segretario generale ad interim Ioan Sauca esprime «grave preoccupazione per la grave escalation del conflitto nella contesa regione del Nagorno-Karabakh da domenica 27 settembre, causata secondo quanto riferito, a seguito di un attacco delle forze militari dell’Azerbaijan, che ha già provocato vittime, compresi civili, e che rischia di innescare un conflitto armato più ampio nella regione». Costernazione, nelle parole di Sauca, per la «posizione aggressiva e di parte assunta dal governo della Turchia, che come membro del gruppo di Minsk dovrebbe mantenere un ruolo neutrale, piuttosto che quello di un antagonista». Di qui l’appello «alle nostre Chiese appartenenti al Wcc dei Paesi del gruppo di Minsk a impegnarsi con i loro governi per trasmettere questo messaggio e incoraggiare sforzi diplomatici urgenti e sostenuti per la pace nella regione».

29 settembre 2020