Dal Parlamento Ue semaforo verde per la legge sulla natura

Adottata la posizione negoziale sul testo sul ripristino della natura. «Oltre l’80% degli habitat europei è in cattive condizioni». Al via i negoziati con il Consiglio Ue

Con 336 voti a favore, 300 contrari e 13 astensioni, il Parlamento europeo riunito in seduta plenaria a Strasburgo ha adottato ieri, 12 luglio, la posizione negoziale sulla legge europea sul ripristino della natura. A favore hanno votato Socialisti e democratici, liberali di Renew, Verdi e Sinistra, con alcuni popolari; contrari Ppe e le destre. Ad assistere al voto, tra il pubblico, l’attivista Greta Thunberg. Per gli eurodeputati, «il ripristino degli ecosistemi è fondamentale per combattere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità e riduce i rischi per la sicurezza alimentare».

La proposta di legge oltretutto «non impone la creazione di nuove aree protette nell’Ue né blocca la costruzione di nuove infrastrutture per l’energia rinnovabile». Anzi, è stato approvato un nuovo articolo che sottolinea come tali impianti siano in larga misura di interesse pubblico. Il Parlamento sottolinea che la nuova legge deve contribuire al conseguimento degli impegni internazionali dell’Unione, in particolare quelli indicati nel quadro globale sulla biodiversità delle Nazioni Unite di Kunming-Montreal. Ancora, i deputati sostengono la proposta della Commissione di attuare, entro il 2030, misure di ripristino della natura coinvolgenti almeno il 20% di tutte le aree terrestri e marine dell’Unione europea.

Approvando la posizione negoziale sulla legge per il ripristino della natura, l’assise di Strasburgo propone che la normativa «si applichi solo una volta che la Commissione avrà fornito dati sulle condizioni necessarie per garantire la sicurezza alimentare a lungo termine e dopo che i Paesi dell’Ue avranno quantificato le aree da ripristinare per raggiungere gli obiettivi per ogni tipo di habitat». Si vuole anche introdurre la possibilità di rinviare gli obiettivi di ripristino in caso di conseguenze socioeconomiche eccezionali. Entro 12 mesi dall’entrata in vigore del regolamento, la Commissione dovrà valutare l’eventuale divario tra le esigenze finanziarie del ripristino e i finanziamenti Ue disponibili e «studiare soluzioni per colmare tale divario».

Nelle parole del relatore César Luena, «la legge sul ripristino della natura è un elemento essenziale del Green Deal europeo e segue le raccomandazioni e i pareri scientifici che sottolineano la necessità di ripristinare gli ecosistemi europei. Gli agricoltori e i pescatori ne beneficeranno e verrà garantita una terra abitabile alle generazioni future. La posizione adottata – afferma – invia un messaggio chiaro. Ora dobbiamo continuare a lavorare bene, difendere la nostra posizione durante i negoziati con i Paesi Ue e raggiungere un accordo prima della fine del mandato di questo Parlamento». L’urgenza la indicano i “numeri”: secondo i dati proposti al Parlamento, «oltre l’80% degli habitat europei è in cattive condizioni». Ora al via i negoziati con il Consiglio Ue sul testo definitivo della legge.

13 luglio 2023