Dal Nicaragua duro attacco al Vaticano
Il comunicato diffuso dal ministero degli Esteri contro i vescovi esiliati, «apolidi, distruttivi, ambiziosi e non redenti», dopo l’intervista di Alvarez, concessa dall’esilio all’emittente Ewtn
«Non mi sento esiliato, ma liberato e in diaspora. Nella diaspora la fede cresce sempre e la speranza si rafforza. Sono un vescovo per la Chiesa universale, cioè sono stato ordinato vescovo per Matagalpa, sono il capo visibile di Matagalpa e amministratore apostolico di Estelí e continuerò ad esserlo fino a quando Dio lo vorrà». Le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal vescovo Rolando Álvarez all’emittente cattolica statunitense Eternal word television network (Ewtn) hanno innescato la dura reazione della dittatura nicaraguense di Daniel Ortega e Rosario Murillo contro il Vaticano.
A darle corpo, il comunicato diffuso ieri, 9 febbraio, al ministero degli Esteri del Nicaragua, in cui i vescovi in esilio – 4, al momento – vengono definiti «apolidi, distruttivi, ambiziosi e non redenti». In particolare, viene messo sotto accusa il fatto che «senza alcuna autorità politica sovranazionale, lo Stato Vaticano intende disporre di cariche e poteri concessi in Nicaragua a persone che hanno cessato di essere nicaraguensi, a causa di comportamenti scorretti e intollerabili di promozione di crimini, istigati politicamente, nonché di continui inviti a rompere la pace, con ogni tipo di violenza, falsità e calunnie pianificate, infliggendo angoscia, sofferenza e dolore alle famiglie del nostro Paese».
Ancora, il regime di Managua accusa il Vaticano di avere una storia di «inclinazioni e pratiche abominevoli, perverse e disumane» e di essere complice «delle forze delle tenebre, della barbarie e del genocidio». I vescovi esiliati – «falsi, farisei e profeti del vuoto» -, si legge ancora nel testo, hanno assunto «comportamenti illeciti e inappropriati» che non sono diversi da «comportamenti e pratiche derivanti da ideologie fasciste e filo-imperialiste», che «non saranno ammessi, accettati o applauditi in Nicaragua».
10 febbraio 2025