Dal furgone attrezzato la speranza tra i senza dimora

Covid–19, Intersos con un team socio–sanitario alle stazioni Termini e Tiburtina e in quattro occupazioni abitative: screening e assistenza informativa

In una Roma sempre più deserta, un furgone attrezzato carico di speranza fa tappa da alcuni giorni nei luoghi in cui vivono i più vulnerabili. A bordo, un medico coordinatore e due mediatori culturali dell’Intersos, l’ong che dallo scorso 17 marzo offre visite mediche a quanti popolano gli insediamenti informali e le stazioni ferroviarie. «Il nostro team mobile socio-sanitario è al momento attivo a Termini, a Tiburtina e in quattro occupazioni abitative della Capitale, offrendo screening e assistenza informativa sul covid–19», spiega Antonella Torchiaro, medico referente dell’unità mobile.

Due i bisogni principali che l’organizzazione si propone di coprire: da una parte «l’educazione sanitaria in ottica transculturale, con un’attenzione particolare rivolta alle fragilità e marginalità sociali – prosegue la dottoressa –. Da qui la scelta di distribuire materiale informativo multilingue e kit igienici comprendenti mascherine, guanti e gel igienizzanti». In secondo luogo, Intersos effettua, grazie all’ambulatorio da campo, visite mediche, triage e orientamento sociosanitario ai servizi: «Tutto ciò ci consente di ricercare nelle persone che accettano di sottoporsi alla visita quelli che sono i tre principali sintomi guida, ovvero tosse, temperatura superiore a 37.5 gradi ed eventuale sintomatologia influenzale – spiega ancora Torchiaro -. Anche se, per chi vive in strada ed è più esposto al freddo, i sintomi sono facilmente confondibili».

Un’emergenza nell’emergenza, che rischia di inasprirsi ogni giorno di più. «Ciò che viene fuori, tra queste persone, è un senso di solitudine ancora maggiore rispetto a quello già vissuto quotidianamente – riferisce il medico -. C’è, inoltre, non solo forte apprensione per la problematica in corso ma anche paura per una eventuale sanzione». Un esercito, quello degli invisibili, costretto a far fronte in queste ore di emergenza anche a criticità inattese,
come la sospensione di molti servizi pubblici e la chiusura delle Questure per il rinnovo dei documenti. «Oggi più che mai è necessario operare in un’ottica inclusiva, andando incontro a quanti, vivendo in condizione di esclusione sociale, rischiano di essere più esposti al virus», conclude Torchiaro.

Sono 320, in tutto, le persone fra senza fissa dimora e abitanti degli insediamenti che sono state intercettate dagli operatori fino alla scorsa settimana. «Nei primi quattro giorni sono state effettuate 100 visite mediche – riferisce Valentina Murino, responsabile dell’intervento Intersos su Roma -. Tra i beneficiari intercettati si contano, oltre ai minori e ai senzatetto, anche quanti non hanno il medico di base che può indirizzarli e seguirli in caso di necessità». L’impegno della ong cresce di settimana in settimana: «Sono tante le segnalazioni che arrivano dalla società civile e dai referenti istituzionali, per questo abbiamo deciso di raddoppiare il team su strada», aggiunge la responsabile. Attività che è possibile potenziare solo grazie ad un lavoro in sinergia con le istituzioni: «Dobbiamo proteggere le fasce più deboli – conclude Murino -. Dunque la priorità ad oggi è la creazione di percorsi dedicati per quanti soffrono di patologie croniche e hanno bisogno di un luogo sicuro in cui vivere».

30 marzo 2020