Dal Consiglio europeo, «pieno sostegno» all’Ucraina e aiuti umanitari a Gaza

Discussa la «guerra di aggressione della Russia» ma con poche novità concrete per il supporto a Kiev. Sul Medio Oriente, posizione debole. Condanna del terrorismo

Il Consiglio europeo riunito a Bruxelles nella giornata di ieri, 17 ottobre, «ha discusso della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina in tutte le sue dimensioni e ha esaminato i progressi compiuti in merito al sostegno globale dell’Unione all’Ucraina e al suo popolo nel momento in cui l’Ucraina esercita il suo diritto naturale di autotutela». Si legge così nelle conclusioni del summit, nell’ambito del quale i capi di Stato e di governo Ue hanno incontrato il presidente Volodymyr Zelensky, senza però concedergli appoggio al suo ambizioso “Piano per la vittoria”, procedura accelerata per l’ingresso nell’Ue, nuovi armamenti, 50 miliardi per la ricostruzione e un appoggio per l’ingresso nella Nato.

Ribadita la «ferma condanna della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina, che costituisce una palese violazione della Carta delle Nazioni Unite», e riaffermato il «perdurante sostegno all’indipendenza, alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale». Riconfermato anche il «risoluto impegno dell’Unione europea a continuare a fornire all’Ucraina e alla sua popolazione un sostegno politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico per tutto il tempo necessario e con l’intensità necessaria. La Russia non deve prevalere».

L’assise, insomma, ha ribadito «il suo sostegno a una pace globale, giusta e duratura basata sui principi della Carta delle Nazioni Unite e sul diritto internazionale, in linea con i principi e gli obiettivi chiave della formula di pace dell’Ucraina. Facendo seguito al vertice sulla pace in Ucraina, l’Unione europea e gli Stati membri proseguiranno i loro intensi sforzi di sensibilizzazione a livello mondiale per costruire il sostegno internazionale più ampio possibile e individuare i prossimi passi», hanno assicurato i 27.

Il Consiglio ha anche esaminato i lavori svolti in merito alla fornitura di sostegno militare all’Ucraina, sottolineando «l’importanza di tenere fede all’impegno assunto in occasione del vertice del G7 in Puglia di fornire, insieme ai partner del G7, circa 45 miliardi di euro (50 miliardi di dollari) entro la fine dell’anno per sostenere le esigenze militari, di bilancio e di ricostruzione attuali e future dell’Ucraina». Ribadita, naturalmente, la condanna verso ogni azione militare russa, verso le violenze contro i civili e le città, e la possibilità di nuove sanzioni contro Mosca.

Sul tavolo del Consiglio anche la «drammatica escalation militare in Medio Oriente» e il «rischio che ciò rappresenta per l’intera regione». Mentre si moltiplicano le notizie di scontri e violenze, il summit ha invitato tutte le parti «a dar prova della massima moderazione, a porre fine immediatamente a tutte le ostilità e a rispettare pienamente il diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario». Una posizione, quella dell’Europa, che rimane debole, nonostante l’affermazione che «l’Unione europea resta determinata a continuare a fornire assistenza basata sulle esigenze alle popolazioni del Medio Oriente, con particolare attenzione alle persone più vulnerabili, intensificando il suo impegno umanitario in considerazione delle crescenti esigenze». Messo nero su bianco, dunque, l’impegno umanitario come elemento distintivo del ruolo europeo nell’area.

«Il Consiglio europeo – si legge ancora nelle conclusioni – condanna con la massima fermezza gli attacchi iraniani contro Israele del 1º ottobre 2024 e le azioni gravemente destabilizzanti compiute dall’Iran in tutto il Medio Oriente tramite gruppi terroristici e armati – tra cui gli Houthi, Hezbollah e Hamas – che costituiscono una grave minaccia per la stabilità regionale. Ribadisce il diritto di Israele di difendersi e l’impegno dell’Unione europea a favore della sicurezza di Israele e della stabilità regionale. Il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato da tutte le parti e il pericoloso ciclo di attacchi e ritorsioni deve finire». Il Consiglio esprime poi «la massima preoccupazione per l’escalation militare in Libano e deplora il numero inaccettabile di vittime civili, lo sfollamento forzato causato dall’intensificarsi delle violenze e l’uso persistente della forza militare. Ricorda la necessità di garantire che i civili siano protetti in ogni momento, che le infrastrutture civili non siano prese di mira e che il diritto internazionale sia rispettato».

Gli attacchi con razzi da parte di Hezbollah «devono cessare». La sovranità e l’integrità territoriale del Libano «devono essere rispettate». Il Consiglio europeo chiede un cessate il fuoco immediato lungo la linea blu e l’attuazione piena e simmetrica della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. «Invita altresì tutti i partner a rispondere alla crescente crisi umanitaria in Libano». Dall’altra parte, «il Consiglio europeo condanna gli attacchi contro la forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (Unifil)», senza dire esplicitamente da chi siano arrivate, «che hanno causato il ferimento di diversi operatori di pace. Tali attacchi costituiscono una grave violazione del diritto internazionale, sono del tutto inaccettabili e devono cessare immediatamente».

Ricordando il «tragico anniversario dei brutali attacchi terroristici di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023», il Consiglio europeo «condanna ancora una volta con la massima fermezza tali atti ingiustificati di violenza deliberata ed è dalla parte delle famiglie delle vittime e degli ostaggi presi da Hamas. Il Consiglio europeo ribadisce il suo appello a un cessate il fuoco immediato a Gaza, alla liberazione senza condizioni di tutti gli ostaggi, all’urgente miglioramento dell’accesso umanitario e alla distribuzione continua dell’assistenza umanitaria su vasta scala in tutta Gaza nonché alla cessazione duratura delle ostilità, in linea con la risoluzione 2735 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite».

Ancora, ribadita la condanna dell’«ulteriore escalation in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, a seguito dell’accresciuta violenza dei coloni, dell’espansione degli insediamenti illegali e dell’operazione militare di Israele», così come «il fermo impegno dell’Unione europea a favore di una pace giusta, globale e duratura basata sulla soluzione dei due Stati e il sostegno dell’Unione all’Autorità palestinese per contribuire a rispondere alle sue esigenze più pressanti e sostenere il suo programma di riforme».

Sul tavolo dei 27 anche il tema migrazioni, sul quale si legge di una «discussione strategica approfondita in tutte le sue dimensioni e lungo tutte le rotte», mentre si concorda «che la migrazione è una sfida europea che richiede una risposta europea». Evidente la pressione a «chiudere le frontiere»; assente anche ogni riferimento a dare rapida attuazione al Patto migrazione e asilo. Auspicata «una maggiore cooperazione con i Paesi di origine e di transito, attraverso partenariati globali reciprocamente vantaggiosi, per affrontare le cause profonde e combattere il traffico e la tratta di esseri umani al fine di prevenire la perdita di vite umane e le partenze irregolari». Quindi una precisazione: «Percorsi sicuri e legali in linea con le competenze nazionali sono fondamentali per una migrazione regolare e ordinata». Infine la sollecitazione a «un’azione risoluta a tutti i livelli per facilitare, aumentare e accelerare i rimpatri dall’Unione europea».

18 ottobre 2024