Dal Campidoglio un nuovo piano anticorruzione

Approvato il provvedimento che rimodula il piano triennale. Prevista la rotazione del personale. Stretta su controlli e livelli di rischio

Approvato il provvedimento che rimodula il piano triennale. Prevista la rotazione del personale. Stretta su controlli e livelli di rischio

Prende le mosse dalle proposte e dalle ossevazioni giunte via web dai cittadini il provvedimento approvato dalla giunta capitolina che rimodula il piano triennale anticorruzione, recependo e in alcuni casi rafforzando le linee di indirizzo dell’Autorità nazionale anticorruzione. Previsto, tra le altre cose, il miglioramento dei sistemi informatici, una maggiore trasparenza grazie alla ricognizione di tutti i procedimenti, riunioni colelgiali per procedimenti volti al rilasico di autorizzazioni e pareri. Ancora, definizione di obiettivi specifici, individuazione dei responsabili e delle risorse economiche assegnate e verifica dell’attuazione del precedente piano triennale.

Si alza il livello di rischio per alcune specifiche aree d’azione, non necessariamente interessate da vicende giudiziarie. In particolare, passano da “rilevante” a “critico” le attività ispettive, i servizi sociali, la tutela ambiente, la fornitura e acquisizione di servizi in economia, i procedimenti di accertamento e controllo del territorio. Parallelamente vendono definite aree “a rischio” quelle che riguardano le entrate extratributarie, prima escluse.

Tra le novità, anche il «protocollo d’integrità”, da sottoscrivere e rispettare per garantire la validità dei contratti stipulati, e la rotazione effettiva del personale di categoria C (impiegati), D (quadri) e «posizioni organizzative». In particolare, i dirigenti ruoteranno ogni 3 anni, le posizioni organizzative avranno una durata di 5 anni non rinnovabili; 5 anni anche per i dipendenti di fascia D che ricoprono il medesimo incarico di responsabilità e 10 per quelli di fascia C. Il criterio vale per tutti; la proposta parte dai dirigenti e si comincia entro il prossimo 30 giugno.

In termini di efficienza, l’applicazione delle norme sulla trasparenza sarà direttamente collegata alla valutazione delle performance del personale. Il piano individua in particolare tre macro-obiettivi: controllo dei tempi dei procedimenti, comprensibilità della comunicazione e innovazione. Ancora, si prevede la pubblicazione dei redditi e della situazione patrimoniale dei dirigenti, l’obbligo per i dipendenti comunali di comunicare parentele con altri dipendendi e con chi contratta con Roma Capitale e controlli più stretti su autocertificazioni e sul rispetto delle prescrizioni previste dai provvedimenti amministrativi.

26 maggio 2015